Da oggi è disponibile in Italia Tisagenlecleucel, la prima terapia cellulare CAR-T a singola infusione rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale per i pazienti adulti con linfoma follicolare (LF) recidivante o refrattario dopo due o più linee di terapia sistemica.
“Il linfoma follicolare è la seconda forma di linfoma nei Paesi occidentali – ricorda Andrés J. M. Ferreri, Presidente della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) e Direttore dell’Unità Linfomi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – Si tratta di un sottotipo di linfoma non-Hodgkin, a basso grado o indolente, che origina dai linfociti B presenti nei linfonodi, milza, midollo osseo e tanti altri organi. Sebbene abbia una natura principalmente indolente, questa neoplasia comporta prognosi differenti, in particolare nei pazienti cosiddetti POD24 (progression of disease within 24 months), ovvero sia quei pazienti con linfoma follicolare che vanno incontro a recidive e progressione della malattia nei primi 24 mesi da una terapia sistemica. Si tratta di una popolazione di pazienti con numerose esigenze cliniche e terapeutiche insoddisfatte, per le quali l’innovazione terapeutica rappresentata dall’utilizzo delle cellule CAR-T, tra l’altro già efficacemente impiegate nel trattamento di altre neoplasie ematologiche, può davvero fare la differenza, anche in termini di remissione completa di lunga durata”.
I pazienti con linfoma follicolare (LF) recidivante e refrattario, per i quali si pone indicazione di trattamento con Tisagenlecleucel, saranno presi in carico in strutture cliniche qualificate, dove avverrà la somministrazione unica del farmaco, come precisa Pier Luigi Zinzani, Presidente della Commissione attività formative della SIE e ordinario di Ematologia all’Università di Bologna: “Per i pazienti affetti da linfoma follicolare avanzato, grazie alla nuova indicazione di Tisagenlecleucel, esiste ora una terapia con un significativo potenziale di risposta, come provato dai risultati dello studio globale di fase II ELARA sulla durata della risposta al trattamento e sulla remissione completa della malattia. Si tratta dunque di un’opzione fondamentale nel nostro armamentario terapeutico per questo tipo di linfoma che, grazie anche alla singola somministrazione eseguita nei centri di riferimento, costituisce un programma terapeutico estremamente vantaggioso rispetto a chemio e immunoterapia”.
Lo studio ELARA
La nuova indicazione per questo farmaco si basa sui risultati dello studio internazionale di fase II ELARA, in cui l’86% dei pazienti trattati con Tisagenlecleucel ha manifestato una risposta al farmaco; di questi, il 69% ha avuto una risposta completa (CR). Lo stesso studio ha inoltre evidenziato una risposta duratura e prolungata al trattamento: l’87% dei pazienti ha mantenuto una risposta completa per nove o più mesi dopo la risposta iniziale. Nello studio sono stati valutati 94 pazienti con LF, con un follow-up mediano di circa 21 mesi . Oltre che per il LF recidivante o refrattario, Tisagenlecleucel è approvato in Italia per il trattamento di pazienti pediatrici e di giovani adulti fino ai 25 anni con leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule B che è refrattaria in recidiva post-trapianto o in seconda o successiva recidiva e di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) in recidiva o refrattario dopo due o più linee di terapia sistemica.
Negli ultimi anni Novartis ha intensificato il suo impegno nello sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche, in grado di imprimere una svolta significativa nel trattamento di diverse patologie, come la terapia cellulare rappresentata dalle CAR-T.
“L’esperienza maturata con l’uso di Tisagenlecleucel nel trattamento di altri tipi di linfoma si è rivelata un’importante innovazione per tanti pazienti anche in Italia, aumentando in maniera significativa i benefici a lungo termine. Oggi, con questa nuova indicazione, siamo felici di poter ampliare il raggio di azione di questa terapia avanzata anche verso i pazienti che convivono con linfoma follicolare recidivante o refrattario, fornendo loro una speranza di esiti migliori” conclude Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head IM Novartis Italia.