Life Science Excellence Show/2. L’intelligenza artificiale ridisegna presente e futuro della sanità

L’Intelligenza Artificiale (AI) può salvare vite e migliorare il lavoro degli operatori sanitari. In che modo? Consentendo lo sviluppo più veloce dei farmaci, delle apparecchiature e dei dispositivi medici, assicurando livelli di sicurezza maggiori e un uso più efficiente delle risorse, sia quelle umane che in termini di capitali investiti. Ne sono convinti Arianna Gregis, Country Division Head Pharmaceuticals, Bayer; Klaus Pannes, Chairman Country Board Italy, B.Braun; Andrea Arrigoni, Head of Digital, Sanofi, ospiti del secondo Life Science Excellence Show promosso a Roma, dall’11 al 13 febbraio, da Homnya nell’ambito del Festival dell’Innovazione, e nel corso del quale vengono premiati i 10 migliori progetti delle 19 categorie che compongono i Life Science Excellence Award.

“L’innovazione è la sfida quotidiana di ogni azienda e l’Intelligenza Artificiale è un grandissimo acceleratore di innovazione, con vantaggi in ogni ambito del ciclo produttivo”, ha detto Arianna Gregis aprendo il confronto. “Come Bayer – ha raccontato la Country Division Head Pharmaceuticals di Bayer – abbiamo già messo in campo una tecnologia all’avanguardia che, sfruttando l’IA e la fisica quantistica, ci aiuta a identificare, in tempi molto più veloci e con maggiori margini di successo, nuovi target terapeutici per possibili farmaci futuri”.
L’applicazione dell’AI può portare benefici anche nella vita quotidiana dei pazienti, però. Gregis ha portato l’esempio di TeraPiù, la app di Bayer creata per migliorare l’aderenza terapeutica: “Ci sono già 60mila utenti che ogni giorno utilizzano la nostra app, il 90% dei quali riferisce di avere migliorato l’aderenza alla terapia. Un risultato importante, perché sappiamo quanto l’aderenza terapeutica sia importante, ma sappiamo anche che, oggi, una persona su due non segue piano terapeutico indicato dal medico”.

Anche B.Braun ha già introdotto più di un prodotto basato su sistemi di AI e molti altri sono in cantiere, ha fatto sapere Klaus Pannes. Il Chairman Country Board Italy di B.Braun ha voluto sottolineare, in particolare, il ruolo dell’AI per istruire e rendere più efficienti le apparecchiature a disposizione di operatori e pazienti: “Abbiamo sviluppato, ad esempio, in ambito di dialisi, un sistema di machine learning per la manutenzione più efficiente dei nostri macchinari che, raccogliendo dati in real time da parte di tutti i suoi componenti, impara a risolvere eventuali problematiche senza la necessità di intervento tecnico esterno”.
Pannes ha voluto sottolineare anche il ruolo che l’AI può avere nel migliorare la qualità e il profilo di sicurezza dei prodotti. “Le opportunità offerte dall’AI sono tantissime – ha evidenziato Pannes –, ma credo sia molto importante comprendere anzitutto le responsabilità delle scelte che facciamo, perché parliamo delle vite dei pazienti e delle persone e abbiamo il dovere di essere sicuri al 100% di fare la giusta cosa e di farla in modo sicuro”.

L’AI riveste un ruolo di primo piano anche in Sanofi, che ha pubblicamente dichiarato di volerla utilizzare su larga scala in tutti i processi aziendali: “Stiamo cambiando il modo di fare Ricerca e Sviluppo e puntiamo sulla capacità dell’AI di classificare le informazioni, che oggi sono tantissime, per capire il comportamento delle patologie e, quindi, quali nuove cure andare a sviluppare”, ha spiegato Andrea Arrigoni.
Le ragioni di questa scelta sono presto spiegate: “Per commercializzare un farmaco servono, in media, risorse per circa 1 bilione per arrivare fino alla fase di commercializzazione, ma solo il 10% di questi progetti va a buon fine”, ha detto l’Head of Digital, Sanofi. “Se attraverso gli strumenti di AI, l’azienda riesce a capire prima se un farmaco avrà successo, questo vuol dire da una parte risparmiare soldi ma anche direzionare bene gli sforzi sulle soluzioni terapeutiche che con ragionevole certezza riusciranno ad entrare in commercio”. Scorciatoie, in un certo senso, ma che vanno a influire sul rischio di insuccessi, non sul profilo di sicurezza e di qualità, che, anzi, andrebbero addirittura ad alzarsi.

Per Klaus Pannes l’AI e l’innovazione potrebbe anche essere uno strumento per migliorare l’accesso alle cure e “aumentare la democratizzazione in sanità. Significa, infatti, mettere a disposizione le informazioni e sostenere le competenze. Basti pensare che attraverso certe le tecnologie siamo in grado di fare interventi chirurgici da remoto, da una parte del mondo a un’altra, o di mettere le conoscenze dei migliori specialisti del mondo a disposizione di tutti. Possiamo incrociare i dati, avere sistemi predittivi e offrire queste conoscenze a tutti, mettendo la sicurezza al primo posto”.

A proposito di sistemi predittivi, Arianna Gregis ha sollevato l’attenzione proprio sulla prevenzione e sull’opportunità offerta dall’AI per ottenere “diagnosi veloci e accurate, essenziali per avere migliori chances di cura, quindi più qualità di salute e di vita”. Gregis ha quindi sottolineato come lo sguardo delle imprese del settore sia cambiato: “E’ uno sguardo più ampio, che va oltre la singola molecola e che punta ad incidere in un ecosistema di salute che, facendo perno sull’innovazione e la tecnologia, ha come obiettivo migliorare la vita delle persone”.

Migliorare la vita delle persone, intese come pazienti, ovviamente, ma anche quella degli operatori, a partire da quelli che lavorano nelle aziende produttrici. “L’AI – ha spiegato Andrea Arrigoni – fornisce analisi e supporta i manager nelle decisioni, mostrando gli scenari che si possono aprire in funzione dei dati a disposizione. Ma supporta i dipendenti anche in molte azioni quotidiane, dalla scrittura delle mail alla creazione dei contenuti per le presentazioni, migliorando in questo modo anche il dialogo con gli stakeholder. In definitiva, abbiamo stakeholder più soddisfatti perché ricevono informazioni aderenti alle loro richieste, e operatori felici perché vedono ridurre considerevolmente i tempi su aspetti secondari del loro lavoro”.

Ricordiamo che da oggi, 11 febbraio, sono anche aperte le candidature per l’edizione 2025 dei Life Science Excellence Awards. Per presentare i progetti, ci sarà tempo fino al 18 aprile.

Di seguito i vincitori nelle tre categorie premiate e il nome di chi ha ritirato il riconoscimento

di Lucia Conti

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