Contrariamente ai risultati trovati finora, uno studio – il primo controllato e randomizzato con placebo – ha dimostrato che gli integratori di vitamina D non impediscono gravi attacchi d’asma nei bambini a rischio.
Per tre anni, sono stati seguiti quasi 200 bambini di età compresa tra i 6 e i 16 anni in sette diversi sistemi ospedalieri statunitensi. Tutti avevano avuto almeno un attacco d’asma durante l’anno precedente l’inizio dello studio.
La metà dei partecipanti è stata randomizzata per ricevere 4.000 UI di vitamina D al giorno e l’altra metà ha ricevuto placebo.
Rispetto al placebo, la vitamina D non ha ridotto il numero di attacchi d’asma sperimentati dai partecipanti o la loro dipendenza da steroidi per via inalatoria. Questo risultato è diverso da quanto si è visto in passato con studi osservazionali in Costa Rica, Stati Uniti e Canada, e Portorico, dove i bambini con livelli di vitamina D naturalmente bassi sembravano avere un’asma peggiore.
“Gli studi osservazionali sono suscettibili di distorsioni per “causalità inversa”, il che significa che non è possibile determinare se un basso livello di vitamina D porti a gravi attacchi d’asma o se sia un’asma peggiore a portare a un basso livello di vitamina D (ad esempio, a causa di una ridotta attività all’aperto) – spiega a Popular Science l’autore principale dello studio, Juan C. Celedón, responsabile della divisione di pneumologia pediatrica, allergia e immunologia all’ospedale pediatrico Upmc di Pittsburgh – Per questo motivo abbiamo condotto uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, di supplementazione di vitamina D per prevenire gravi attacchi d’asma nei bambini ad alto rischio con asma di età compresa tra i 6 e i 16 anni che assumevano corticosteroidi inalati a basso dosaggio e che avevano livelli di vitamina D inferiori a 30 ng/ml”.
Rispetto agli altri lavori condotti sui bambini, il disegno dello studio del team di Celedón è stato diverso: “Ci siamo concentrati sui bambini che avevano bassi livelli di vitamina e che erano ad alto rischio, che avevano cioè avuto un grave attacco d’asma nell’anno precedente – spiega l’esperto – Inoltre, abbiamo avuto un braccio di controllo placebo, abbiamo monitorato i livelli di vitamina D durante tutto lo studio e abbiamo raggiunto un livello di vitamina D >=30 ng/ml in circa l’87% dei partecipanti che hanno ricevuto un’integrazione. I nostri risultati non supportano l’integrazione di vitamina D per i bambini con asma e livelli di vitamina D pari o superiori a 20 ng/ml. Inoltre, non supportano nemmeno lo screening di routine dei livelli di vitamina D in tutti i bambini con asma”.
Il medico ricorda che una grave carenza di vitamina D è rara negli Stati Uniti: “Il nostro lavoro ha incluso solo bambini con livelli di vitamina D moderatamente bassi, inferiori cioè a 30 ng/ml ma superiori a 13 ng/ml, e non possiamo valutare se l’integrazione di vitamina D possa giovare ai bambini con asma e livelli di vitamina D molto bassi. Questa domanda potrebbe essere esaminata in aree del mondo in cui si riscontra più comunemente una grave carenza di vitamina D, anche se va sottolineato che questa avrebbe bisogno di essere trattata per la salute delle ossa, cioè per prevenire o trattare il rachitismo.