Capire al volo una persona solo guardandola negli occhi è davvero un’abilità innata, parola di scienza. Uno studio pubblicato su Molecular Psychiatry ha portato infatti ad identificare i geni alla base di questo ”potere empatico” superiore che consente, a chi lo possiede, di interpretare le emozioni di chi ha di fronte.
Lo studio è stato condotto da Simon Baron-Cohen, della University of Cambridge, Thomas Bourgeron, dell’Università Paris Diderot e Institut Pasteur in Francia. In passato i ricercatori hanno sviluppato un test che si chiama ‘Eye test’ (test dell’occhio) per misurare quel che potrebbe essere definito il ”potere empatico” di una persona, ovvero la capacità di prevederne pensieri ed emozioni di un individuo solo guardandolo negli occhi.
In questo nuovo studio gli scienziati hanno accoppiato il test a analisi genetiche in due campioni di individui e hanno trovato sul cromosoma 3 una regione genetica le cui ‘mutazioni’ (variazioni di sequenza) sembrano influenzare le performance individuali al test, soprattutto nelle donne.
Nello specifico gli scienziati hanno individuato alcune varianti genetiche associate al potere empatico, ad esempio a carico del gene ‘LRRN1′ (Leucine Rich Neuronal 1) che è attivo nello ”striato”, una regione del cervello nota, non a caso, per essere collegata alla capacità empatica. Lo studio getta dunque le basi per capire il ruolo dei geni nell’empatia e potrebbe anche suggerire nuove relazioni genetiche con l’autismo in cui quasi sempre le capacità empatiche sono ridotte.
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