I movimenti ascetici e moralizzanti che hanno dato origine alle principali tradizioni religiose del mondo, come Buddismo, Islamismo, Giudaismo, Induismo e Cristianesimo, sono comparsi tutti più o meno nello stesso momento in tre regioni diverse: secondo un nuovo modello statistico basato sulla storia e sulla psicologia umana, questo fenomeno è dipeso dal miglioramento degli standard di vita nelle grandi civiltà eurasiatiche. Ciò implica che le religioni del mondo probabilmente hanno in comune più di quello che pensiamo in quanto, al di là delle dottrine molto diverse, esse affondano le loro radici nello stesso sistema di ricompense presente nel cervello umano. Sembra ovvio affermare che le religioni si occupino di questioni spirituali e morali, ma non è sempre stato così. Nelle società di cacciatori e raccoglitori le tradizioni religiose erano focalizzate su rituali, offerte sacrificali e tabù concepiti per scongiurare il male e la sventura: ciò è cambiato fra il 500 ed il 300 a.C., la cosiddetta età Assiale, in cui in Eurasia sono comparse nuove dottrine che enfatizzavano il valore della trascendenza personale, ossia della nozione secondo cui l’esistenza umana abbia uno scopo diverso dal successo materiale che dipende da un’esistenza morale e dal controllo dei propri desideri materiali tramite moderazione, ascesi e compassione. Alcuni studiosi sostengono che le grandi società sono rese possibili dalle religioni moralizzanti, tuttavia alcuni grandi imperi del passato veneravano Dei palesemente poco morali. Secondo il nuovo modello, la transizione verso le religioni moralizzanti è stata netta quando le persone hanno potuto iniziare a contare su 2.000 kcal/die, un livello di “sazietà” che significava, in senso lato, avere un tetto sulla testa e molto cibo a disposizione tanto nel presente che nel prossimo futuro. Non è una cosa scontata quando fino a poco tempo prima si affrontavano carestie e malattie e si viveva in case molto rudimentali: nell’età Assiale le cose sono iniziate ad andare meglio. Di conseguenza, le strategie di vita sono passate dalla risoluzione dei problemi quotidiani immediati agli “investimenti a lungo termine” sulle questioni spirituali. (Curr Biol online 2014, pubblicato l’11/12)
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L’articolo contiene delle inesattezze, essendo trascorsi secoli e millenni tra una religione e l’altra.
Per esempio, l’Islam è nato secoli dopo il Cristianesimo, che è nato millenni dopo il Buddismo.
Va bene intitolarsi “Popular Science”, ma essendo a volte il popolo più attento di quanto si pensi, occorre evitare di spacciare le sciocchezze per cultura.
20.000 K/cal????
Se tutti i vostri articoli sono come questo…allora addio! 20000 kilocalorie al giorno manco un obeso americano riesce a ingurgitarle. Poi sicuramente avrebbe delle visioni trascendentali!
Grazie della segnalazione. C’era uno zero di troppo…
Non vedo la correlazione evidenziata nell’articolo. La religione è figlia del pensiero filosofico. Se dovessimo invece correlarla al bisogno, la relazione sarebbe piuttosto al contrario. Gli Ebrei hanno dato credito alla Divinità quando hanno ricevuto la promessa di essere affrancati dalla schiavitù in Egitto. Anche l’uomo di oggi, poco propenso al trascendente, sembra far ricorso alla Divinità con maggiore trasporto nei momenti di bisogno, quando non vede una via razionale e realistica per risolvere da solo i propri problemi