Le infezioni alle ferite potranno essere scoperte più velocemente grazie ad un nuovo ed economico test, sviluppato dai ricercatori della George Washington University, che consente di vedere se una ferita è infetta in meno di un minuto, contro le attuali 24 ore. Come spiega lo studio pubblicato sulla rivista Wound Repair and Regeneration, il metodo consente di identificare le molecole prodotte da batteri come lo Pseudomonas, che solitamente infettano le ferite croniche.
Il test
I ricercatori, coordinati da Victoria Shanmugam, hanno testato un sensore elettrochimico, economico e monouso, che rivela immediatamente la presenza dei batteri localizzando la piocianina (un pigmento antiobitico prodotto dal batterio e che rende blu le ferite infettate). L’esame ha permesso di identificare la presenza del batterio il 71% delle volte in modo corretto e la sua assenza il 57% delle volte. ”Poter rilevare lo Pseudomonas e altri organismi infettivi al momento della visita clinica migliorerà di molto la nostra capacità di prenderci cura dei pazienti”, commenta Shanmugam. ”Non dovremo aspettare i risultati della coltura – continua – prima di decidere se e quale antibiotico usare, migliorando così la terapia per i pazienti”. Questo metodo potrebbe offrire un nuovo strumento ai medici per rilevare infezioni alle ferite già al letto del paziente scegliendo, invece di antibiotici a largo spettro, dei farmaci più specifici e in tempi più rapidi, con costi minori e riducendo la possibile resistenza agli antibiotici. ”Con questo esame possiamo controllare le molecole prodotte dal batterio per rilevare l’infezione – conclude Shanmugam – Il nostro obiettivo è affinare il metodo, anche per rilevare altri batteri, e ottimizzarlo per l’uso clinico”.