Curare l’ipertensione a passo di danza. Questa la proposta promossa dai medici per combattere varie malattie cardiovascolari, che in Italia sono responsabili del 41% dei decessi. L’80% di queste malattie è però attribuibile a fattori di rischio comportamentali che possono essere facilmente modificati quali fumo e alcool, dieta non sana e soprattutto inattività fisica. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sono 3,2 milioni le persone che ogni anno nel mondo muoiono a causa dell’inattività fisica; eppure l’80% delle malattie che colpiscono il cuore potrebbe essere prevenuto o gestito modificando alcune insane abitudini. Dell’importanza di eliminare questi fattori di rischio, si discute in questi giorni a Napoli al Congresso della Società Italiana Per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC).
Le stime
Riflettori puntati, dunque, anche sul ruolo che può ricoprire la danza come esercizio fisico utile ai pazienti ipertesi, partendo dai consigli dagli esperti che suggeriscono di praticare un esercizio aerobico per 30-45 minuti 3-4 volte a settimana ad un livello di intensità pari al 50-70%. È infatti riconosciuto che una regolare attività fisica di tipo aerobico, come appunto la danza, può contribuire a ridurre la pressione arteriosa e a prevenire lo sviluppo di coronaropatie. È stato ad esempio dimostrato che, riducendo di soli 2 punti la pressione sistolica in pazienti di mezza età, si riduce anche del 7% il rischio di mortalità per ischemia e altre cause cardiovascolari e del 10% il rischio di mortalità da ictus, e un’attività fisica regolare consente proprio di abbassare mediamente la pressione.
È ”fondamentale – afferma il cardiologo Massimo Volpe dell’Università Sapienza di Roma – consultare il proprio medico prima di intraprendere qualunque forma di esercizio fisico, ma in generale gli sport più indicati per i cardiopatici sono quelli con metabolismo aerobico, dunque di resistenza piuttosto che di potenza. La danza non ha solo il pregio di possedere queste caratteristiche, ma porta a chi la pratica anche benefici psicologici”.