(Reuters Health) – La terapia sostitutiva con testosterone migliora la funzione erettile, il desiderio e la soddisfazione sessuale negli uomini affetti da ipogonadismo. A dimostrarlo è una ricerca guidata da Oscar Ponce, della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, e pubblicata dal Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
Lo studio
I ricercatori americani hanno condotto una review e una metanalisi di studi pubblicati in letteratura. In particolare, Ponce e colleghi hanno preso in considerazione 11 pubblicazioni che riportavano quattro trial clinici randomizzati e con placebo, che complessivamente avevano coinvolto, 1.779 adulti con ipogonadismo, clinicamente definito da livelli di testosterone mattutino pari a 300 ng/dL o inferiori e con almeno un sintomo o segnale di ipogonadismo. La durata del trattamento era compresa tra le 12 e le 52 settimane e i livelli medi di testosterone all’inizio degli studi erano compresi tra 201,2 e 239 ng/dL.
Le evidenze
Dai risultati è emerso che la terapia sostitutiva con testosterone era associata, rispetto al placebo, a un leggero ma statisticamente significativo miglioramento del desiderio sessuale, della funzione erettile e della soddisfazione sessuale, mentre gli stessi risultati non si registravano in termini di energia o di umore. La terapia sostitutiva con testosterone, inoltre, era associata a una frequenza significativamente più elevata di eritrocitosi.
I commenti
“La nostra review dà un contributo allo sviluppo delle linee guida della Endocrine Society sulla terapia sostitutiva con testosterone”, spiega Ponce, sottolineando che “il rischio più elevato di eritrocitosi evidenziato nello studio non è clinicamente importante”. In ogni caso, secondo l’esperto, “il trattamento con testosterone non è indispensabile e i suoi effetti a livello clinico dovrebbero essere comunque comunicato al paziente”. Steven Chrysant, cardiologo dell’Università dell’Oklahoma, ha evidenziato che “nel complesso, la terapia sostitutiva con testosterone è piuttosto efficace, ma ci sono controversie sulla sua sicurezza, con alcuni recenti studi che avrebbero riportato un aumento di incidenza di malattie cardiovascolari e ictus tra gli uomini che la seguono”.
Fonte: Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)