(Reuters Health) – Uno studio randomizzato australiano ha messo a confronto tra approcci terapeutici per i giovani con disturbo borderline della personalità (BPD) ed è emerso che la psicoterapia individuale – considerata il trattamento d’elezione per questo disturbo – potrebbe non essere necessaria.
Come riportato su JAMA Psychiatry, i ricercatori – guidati da Andrew Chanen in servizio presso Orygen a Parkville – hanno randomizzato 128 partecipanti tra i 15 e i 25 anni (età media 19 anni, 81% donne) a seguire uno fra i seguenti approcci:
Modello di assistenza dedicato al BPD Helping Young People Early (HYPE), combinato con terapia cognitiva analitica (CAT);
HYPE combinato con una condizione di controllo psicoterapica con befriending settimanale;
Modello generale di assistenza alla salute mentale dei giovani (YMHS), combinato con befriending.
L’esito primario dello studio era la funzionalità psicosociale, misurata con l’Inventory of Interpersonal Problems Circumplex Version e la Social Adjustment Scale Self-report.
Gli esiti secondari includevano ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e autolesionismo non suicidario, depressione, abuso di sostanze e soddisfazione del paziente in merito al trattamento.
I risultati
Dal basale a 12 mesi, nei gruppi è stato registrato un miglioramento medio dal 19,3% al 23,8% negli esiti primari e dal 40,7% al 52,7% in tutti gli esiti secondari, eccetto la gravità dell’abuso di sostanze e la soddisfazione del paziente, quest’ultima sempre elevata in tutti i casi.
I confronti pianificati (YMHS + befriending vs. HYPE e HYPE + CAT vs. befriending) hanno mostrato che né il modello di assistenza, né l’intervento di psicoterapia si associavano a un tasso superiore di cambiamento nella funzionalità psicosociale a 12 mesi.
Tuttavia, HYPE era superiore a YMHS + befriending per la partecipazione mediana al trattamento (22 vs 3 contatti), la durata (200 vs 94 giorni) e la percentuale di completamento (47,8% vs 19,2%).
Inoltre, HYPE + CAT era superiore al befriending per la partecipazione al trattamento (mediana 12 vs 3 sedute) e il completamento del trattamento (52,2% vs 31,2%).
Fonte: JAMA Psychiatry
Marilynn Larkin
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)