Insufficienza respiratoria: efficace la ventilazione non invasiva

(Reuters Health)Nei pazienti con insufficienza respiratoria acuta ipercapnica causata dalla riacutizzazione di una broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), aggiungere la ventilazione non invasiva (NIV) prima delle cure tradizionali aiuta a ridurre la probabilità di morte e l’intubazione endotracheale. E’ quanto suggerisce una revisione aggiornata del database Cochrane .”L’entità dei benefici di questi risultati appare simile nei pazienti con acidosi lieve rispetto a quelli con acidosi più grave e quando la ventilazione non invasiva viene applicata dentro il reparto di terapia intensiva (ICU)», scrivono gli autori della ricerca.

La revisione
Obiettivo della  revisione è stato quello di aggiornare il database per supportare l’uso clinico della ventilazione non invasiva. Sono stati inclusi nella revisione 17 studi clinici che hanno coinvolto più di 1.200 pazienti con età media di 67 anni, il 65% dei quali maschi. L’insufficienza respiratoria ipercapnica acuta è stata definita da un pH medio <7.35 e una pressione parziale di anidride carbonica  >45 mmHg (6Kpa). Rispetto ai soliti trattamenti, i revisori hanno trovato che  la ventilazione non invasiva aveva offerto maggiori vantaggi nel ridurre i casi di morte e il numero di pazienti che dovevano essere intubati.In media, questa tecnica ha ridotto il rischio di morte del 46% e la necessità di intubazione endotracheale del 65%. La qualità della prova per entrambi questi risultati è stata classificata come “moderata”. I dati hanno anche dimostrato che i giorni di ricovero nei pazienti trattati con ventiliazione non invasiva si sono ridotti a (tre giorni e mezzo in meno) rispetto ai pazienti non trattati con NIV.

Fonte: Cochrane Database System

Megan Brooks 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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