Quella di quest’anno sarà sicuramente una stagione influenzale severa con 6-7 milioni di italiani colpiti contro i meno di 5 milioni della stagione 2015-16. Non solo, un carico di gravi complicanze, fa prevedere anche 11mila morti contro gli 8mila della scorsa stagione. A rivelarlo è Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento Scienze biomediche per la Salute dell’Università di Milano.
L’analisi
“Tutto dipenderà anche dal meteo – osserva – Se quest’inverno dovesse essere più lungo e freddo, sicuramente si avranno più pazienti influenzati. Se al contrario sarà ancora un inverno mite, saranno più ‘miti’ anche le conseguenze”. Ma ai numerosi casi di influenza ‘vera’, quella cioè dovuta ai virus influenzali, ci saranno i casi ancor più numerosi
(almeno 10 milioni) dovuti ai virus cosiddetti parainfluenzali, “che – sottolinea Pregliasco – sono ben 262 e portano problemi meno intensi: a partire dai rinovirus che causano solo una congestione nasale (il naso che cola, ndr) ma non sintomi sistemici locali come dolori muscolari o articolari”.
Quando comincerà la stagione influenzale?
“Difficile dirlo – risponde l’esperto – possiamo dire solo che comincerà quando la temperatura cadrà a valori bassi per almeno una settimana”. L’influenza quest’anno sarà comunque caratterizzata dalla circolazione di 3-4 virus: l’H1N1 A/California (quello del 2009 ma non più pandemico), l’H3N2 A/Hong Kong-nuova variante e il virus B/Brisbane-nuova variante e (il meno probabile) B/Puket. Le case farmaceutiche sono pronte e la campagna vaccinale dovrebbe cominciare dopo il 20 ottobre. “I vaccini – spiega Pregliasco – saranno di due tipi il ‘trivalente adiuvato’, soprattutto per le persone anziane o a rischio e il ‘quadrivalente’ per gli adulti. Quest’ultimo costa di più e non tutte le Regioni ne hanno acquisito grandi quantitativi”.
L’esperto è comunque soddisfatto della vaccinazione dello scorso anno, “che, soprattutto negli anziani e nelle persone a rischio non ha proseguito – puntualizza – nel trend al ribasso caratterizzato dalle ultime stagioni influenzali, ma si è assestato sul 49,9%”. Vaccinazione il cui utilizzo, nelle risposte di un campione rappresentativo degli italiani e delle italiane a un sondaggio promosso da Assosalute sull’atteggiamento riguardo l’influenza, è fermo rispettivamente al 14,7 e al 13,4%. Tra le precauzioni più utilizzate dagli intervistati emerge che più di un italiano su due preferisce coprirsi bene e lavarsi spesso le mani, ma c’è un 18% che non fa nulla.
Fra i rimedi usati, nel 60% dei casi si ricorre ai farmaci di automedicazione. Fra i ‘rimedi della nonna’ (36,6%) Pregliasco boccia il latte caldo col miele, “perché il latte – spiega – ha l’effetto di far aumentare la congestione nasale, il naso chiuso”. E ancora l’esperto avverte le mamme troppo ansiose che sovra-dosano gli antipiretici ai loro figli: “E’ bene agire sulla febbre – dice – ma in modo misurato, senza eccedere, perché la febbre ‘mette a disagio’ il virus, aumenta la circolazione del sangue e con essa quella degli anticorpi contro il virus. Se invece è troppo bassa può favorire la proliferazione del virus. Quindi, se è meno di 38, si può tollerare”.