Dall’inizio della stagione, gli italiani costretti a letto con l’influenza sono ormai quasi 900mila, con un’impennata, negli ultimi giorni, trainata in particolare dai contagi in età pediatrica. Questo il dato riportato da InfluNet, il bollettino di sorveglianza epidemiologica delle sindromi influenzali coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che parla di un “brusco aumento del numero dei casi di influenza nell’ultima settimana”. A esser colpite sono soprattutto le regioni del Nord e Centro Italia, mentre gli esperti ricordano che c’è ancora tempo fino al 31 dicembre per aderire alla campagna vaccinale.
I dati
In particolare, dal 12 al 18 dicembre 2016 si sono toccati i 4,25 casi per mille assistiti, praticamente l’incidenza è raddoppiata rispetto alla settimana precedente, quando erano stati registrati 2,44 casi per mille assistiti. Gli italiani allettati solo nella passata settimana sono stati ben 258.000, per un totale di circa 886.000 casi dall’inizio della sorveglianza.
Siamo in pratica, in pieno periodo ‘epidemico’, ovvero quello maggiormente a rischio contagio. “Con ogni probabilità – spiega Antonino Bella, responsabile sorveglianza Influet – entro Natale supereremo almeno quota 1,2 milioni di italiani colpiti. Ricordiamo pero’ che fino a fine anno è possibile avere il vaccino gratis, se si rientra nelle categorie di popolazione ‘a rischio’, ovvero over65, operatori sanitari, donne incinta e malati cronici di qualsiasi età. La copertura dura almeno 6 mesi ma ci vogliono almeno 15 giorni affinché sia efficace, quindi farlo dopo questa data potrebbe essere troppo tardi”.
Gli anziani e i bambini
Particolare attenzione viene rivolta agli anziani, di cui solo uno su due si vaccina, pur essendo maggiormente a rischio di sviluppare complicanze come polmoniti a seguito dell’influenza. Sono Piemonte, P.A. di Trento, Emilia-Romagna, Umbria, Marche sono le Regioni maggiormente colpite. “Finora l’incidenza si conferma lievemente superiore a quello delle precedenti stagioni influenzali – prosegue l’esperto – e ad alimentare il picco di contagi sono soprattutto i bimbi, ‘piccoli untori’ che contraggono il virus a scuola e lo portano in famiglia”.
La fascia di età maggiormente colpita è infatti quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 10,41 casi per mille assistiti (con un aumento di circa 4 punti solo nell’ultima settimana). “Ricordiamo – conclude Bella – che contro i virus influenzali gli antibiotici non servono a nulla e sono anzi controproducenti perché aumentano il rischio di sviluppare resistenza qualora invece si contragga un’infezione batterica grave”.