Sapere per tempo se si è a rischio influenza grave oppure no potrebbe essere presto possibile. Un gruppo di ricercatori dell’ospedale pediatrico St. Jude di Mamphis, ha infatti scoperto che un indizio di questa predisposizione è nascosto nel Dna. Lo studio, pubblicato nell’edizione online della rivista Nature Medicine, potrebbe essere il primo passo all’interno di una vasta rete di meccanismi genetici specializzati nel combattere i virus.
Lo studio
I ricercatori, coordinati da Kaitlynn Allen, hanno analizzato il Dna di 393 persone con l’influenza, da bambini fino a settantenni. E’ emerso così che gli individui portatori di un’alterazione ereditaria del gene ‘IFITM3’ avevano un rischio più che doppio di sviluppare una grave forma di influenza. Ulteriori ricerche a livello molecolare hanno dimostrato che l’alterazione genetica è legata ad una minore efficienza delle cellule più aggressive del sistema immunitario, i linfociti T killer, che non riescono a riconoscere i virus influenzali.
Secondo i ricercatori mettere a punto un marcatore in grado di evidenziare la mutazione genetica potrebbe essere utile per tutelare le persone a rischio, ad esempio intervenendo per tempo con vaccini e terapie. Le ricadute della scoperta potrebbero comunque essere più vaste. “Mentre questa ricerca si focalizza sull’influenza, il meccanismo che abbiamo identificato agisce nella regolazione di molti geni coinvolti nell’attività antivirale”, hanno rilevato i ricercatori. Non è da escludere, ad esempio, che il meccanismo scoperto possa far parte di una rete molto più ampia, coinvolta nella regolazione di molti geni importanti nel combattere i virus.