(Reuters Health) – La tardiva somministrazione di cefalosporine con emivita breve non riduce il tasso complessivo di infezioni secondarie a interventi chirurgici, (SSI), rispetto alla somministrazione consigliata 60 minuti prima dell’intervento stesso. È quanto emerge da uno studio svizzero. Le linee guida 2016 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la prevenzione del SSI richiedono la somministrazione antibiotica 120 minuti prima dell’intervento ma consigliano, per gli antibiotici con vita breve, che questa sia più prossima all’atto operatorio (meno di 60 minuti).
Lo studio
Walter Weber e colleghi, dell’Ospedale Universitario di Basilea, hanno valutato se la somministrazione precoce di cefuroxime, una cefalosporina a breve emivita, fosse in grado di produrre esiti migliori rispetto alla somministrazione tardiva prima di un intervento chirurgico nella prevenzione di infezioni secondarie legate alla chirurgia colorettale. Il tempo di somministrazione medio era di 42 minuti prima dell’intervento chirurgico nel gruppo a somministrazione precoce (2.589 pazienti) e di 16 minuti prima nel gruppo a somministrazione tardiva (2.586 pazienti). Il tasso di SSI complessivo nei pazienti con un follow-up completo di 30 giorni è stato rispettivamente del 4.9% nel primo gruppo e del 5.3% (p = 0.601). I tassi di SSI non differivano tra i due gruppi per tutti e tre i tipi di SSI (infezioni superficiali e profonde rispetto all’incisione, infezioni viscerali.
I commenti
“La finestra di un’ora prima dell’intervento chirurgico può essere considerata standard ed è basata sulle prove per gli antibiotici con una breve emivita come le cefalosporine e le penicilline comunemente utilizzate”, sottolinea Weber. “I risultati scoraggiano ulteriori tentativi di studiare la riduzione della finestra di un’ora prima dell’intervento chirurgico per questi antibiotici. La ricerca futura può concentrarsi sul preciso tempismo ottimale per altri tipi di antibiotici e sulla regolazione del dosaggio relativamente al peso corporeo e alla durata dell’intervento chirurgico”.”Lo studio ha valutato cefuroxime in associazione o meno con metronidazolo e, di conseguenza, i risultati non sono applicabili ad altri farmaci con proprietà farmacocinetiche diverse. La somministrazione di profilassi antibiotica chirurgica (SAP) entro 1 ora dall’atto operatorio dovrebbe essere fattibile in quasi tutti i centri ed è probabile che fornisca adeguate concentrazioni farmacologiche sieriche per ottimizzare la prevenzione di SSI”, osserva (lary Humphreys dell’ospedale Beaumont di Dublino, non coinvolta nello studio. “Tuttavia, è possibile che per specifici tipi di interventi chirurgici sia migliore una tempistica più precisa, ma per saperlo sarebbero necessari grandi e complessi studi multicentrici”.
Fonte: Lancet Infect Dis 2017
Will Boggs
(Versione italiana per Daily Health Industry)
Non posso discutere eventuali commenti dell’autore (Weber) sullo studio da lui pubblicato. Ma le conclusioni e lo spirito dello studio stesso sono a mio avviso un po’ travisati da questa traduzione.
Cito: “In conclusion, early administration of cefuroxime (plus
metronidazole in colorectal surgery) did not significantly
lower the risk of SSI compared with late administration
before incision. Even though the present results do not
rule out a beneficial effect of early administration of SAP
on the risk of SSI, they do not support changing current
recommendations to administer SAP during the 60 min
before incision.”
L’autore era intenzionato a determinare se la prescrizione di una somministrazione profilattica di antibiotico a breve emivita almeno 1 ora prima dell’intervento (come da molte linee guida largamente riconosciute) fosse superiore ad una somministrazione tardiva (quindi a breve distanza dall’incisione della cute). Questo non è stato confermato. A mio modesto parere il titolo più appropriato sarebbe stato “Infezioni postoperatorie e antibiotici per profilassi a breve emivita: la somministrazione ad almeno un’ora non riduce il rischio infettivo”.