Il patogeno Klebsiella, che colonizza le persone sane in ambiente ospedaliero, non solo ha una capacità naturale di resistenza a molti farmaci, ma è anche in grado di dominare la comunità batterica quando è “affamato” di nutrienti. È quanto emerge dal lavoro di un gruppo di scienziati dell’ADA Forsyth Institute (USA), coordinato da Batbileg Bor. L’articolo relativo è apparso su Microbiome.
Uno degli aspetti più impegnativi del trattamento delle infezioni acquisite in ospedale è proprio la resistenza degli agenti patogeni a molti farmaci. La Klebsiella è uno dei tre principali patogeni responsabili delle infezioni ospedaliere, causa di polmoniti e malattie intestinali. Come agenti patogeni opportunisti colonizzatori, questi batteri abitano naturalmente le cavità orali e nasali delle persone sane, ma possono diventare patogeni in determinate condizioni.
Secondo lo studio dell’ ADA Forsyth Institute, in condizioni di privazione dei nutrienti dei batteri nella bocca, la Klebsiella riesce a dominare gli altri batteri orali. Inoltre, questo patogeno è in grado di ricavare nutrienti da batteri morti; fenomeno che gli consente di sopravvivere per lunghi periodi in condizioni di “fame”. I ricercatori hanno scoperto, infatti, che ogni volta che la Klebsiella è presente nei campioni orali o nasali, persiste per oltre 120 giorni dopo essere stata privata della nutrizione.
Inoltre, la Klebsiella della cavità orale, che ospita una comunità microbica diversificata, è meno diffusa e abbondante di quella della cavità nasale e vive un ambiente meno diversificato. I risultati di questo studio suggeriscono che la diversità microbica della saliva e alcuni specifici batteri “commensali” non patogeni possono avere un ruolo cruciale nel limitare la crescita eccessiva delle specie Klebsiella.
Fonte: Microbiome 2024