(Reuters Health) – In uno studio statunitense, pubblicato da JAMA, l’uso della tossina botulinica nell’incontinenza urinaria femminile ha mostrato risultati migliori rispetto al dispositivo impiantabile InterStim, basato sulla neurostimolazione. I ricercatori hanno effettuato uno studio testa a testa tra l’onabotulinumtoxina (il botulino) e il dispositivo InterStim in un gruppo di pazienti con vescica iperattiva che non potevano tollerare o che non avevano risposto ad altri farmaci o trattamenti.
Sei mesi dopo il trattamento, le donne che sono state assegnate in modo casuale a ricevere un’iniezione di botulino nel muscolo della vescica, riferivano una media di 3,9 episodi in meno di incontinenza al giorno, rispetto ai 3,3 di InterStim. “Questa piccola differenza è statisticamente significativa, ma potrebbe essere non clinicamente importante” spiegano i ricercatori su ‘JAMA’. “Entrambi i trattamenti sono opzioni molto buone”, chiarisce l’autrice principale del lavoro Cindy Amundsen della Duke University di Durham, in North Carolina.
Lo studio
Le donne selezionate per questo trattamento nello studio hanno ricevuto iniezioni di 200 unità di botulino; la dose massima raccomandata negli Stati Uniti per la vescica iperattiva è di solito di 100 unità. InterStim viene invece posto sotto la pelle appena sopra il coccige e funziona inviando impulsi elettrici lievi ai nervi sacrali che controllano il movimento e le sensazioni in alcune parti del bacino per evitare contrazioni vescicali. Le pazienti usano un telecomando per regolare l’intensità e accendere e spegnere il dispositivo. Nel tempo, la stimolazione può migliorare la comunicazione tra il cervello e la vescica, riducendo l’incontinenza. All’inizio dello studio, le donne avevano circa 63 anni in media e in genere erano in sovrappeso o obese. Avevano inoltre una media di sei episodi di incontinenza al giorno. Nel corso di sei mesi, le donne in entrambi i gruppi di trattamento hanno riportato miglioramenti simili in termini di qualità della vita, anche se hanno segnalato una maggiore riduzione dei sintomi fastidiosi con il botulino.
Entrambe le opzioni hanno avuto alcuni effetti collaterali. Sono state comuni le infezioni delle vie urinarie, che hanno colpito il 35% delle donne nel gruppo botulino e l’11%di quelle con dispositivo InterStim. Tra le donne con queste infezioni, il 39% nel gruppo di botulino e il 30% in quello InterStim ne hanno avute almeno due durante il periodo di studio. Inoltre, sei donne con InterStim, il 3%, ha dovuto sottoporsi a procedure per aggiornare o rimuovere i dispositivi. Con il botulino, l’8% delle donne ha avuto bisogno di rimuovere l’eccesso di urina con cateteri un mese dopo il trattamento, il 4% a tre mesi e il 2% a sei mesi. “Un precedente studio fatto per determinare la dose più sicura di botulino per la vescica iperattiva ha trovato che il 21% delle pazienti aveva bisogno di cateterizzazione intermittente”, notano gli autori. “Un limite dello studio è rappresentato dal fatto che le donne hanno ricevuto una singola iniezione di 200 unità di onabotulinumtoxina, rendendo impossibile determinare se una serie di iniezioni o altre dosi potrebbero essere più efficaci rispetto a InterStim”, precisano gli stessi autori. Inoltre, non c’e stato un gruppo placebo di controllo.
Fonte: JAMA 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana quotidiano Sanità/Popular Science)