Una collaborazione fra la Macquarie University di Sydney e la compagnia australiana di biotecnologia Regeneus permetterà di produrre cellule staminali programmate per combattere una vasta gamma di malattie, dall’artrite al cancro. I ricercatori dell’Università, guidati da Ewa Goldys, vice direttrice del Centre of Excellence for Nanoscale BioPhotonics, hanno sviluppato per primi al mondo un metodo per identificare le cellule staminali che producono forti concentrazioni di proteine dette citochine, che possono combattere le malattie. Queste sono prodotte da vari tipi di cellule e secrete nel mezzo circostante, di solito in risposta ad uno stimolo in grado di modificare il comportamento di altre cellule inducendo nuove attività come crescita, differenziazione e morte.
Da tempo è noto che le cellule staminali, generalmente ricavate da embrioni umani scartati o riprogrammate da tessuti adulti, esistono nell’organismo adulto nella pelle, nei follicoli dei peli e nel grasso. Il segreto tuttavia – spiega Goldys – è nell’identificare le cellule staminali terapeuticamente utili. Le cellule staminali sono identificate sulla base di proteine marker sulle pareti delle cellule, ma gli strumenti finora a disposizione non possono individuare quali fra loro secernono citochine in gran numero. “Questa tecnologia permetterà di scegliere le cellule in base a come effettivamente agiscono”, aggiunge la studiosa.
La collaborazione con la Regeneus, permetterà l’utilizzo e la commercializzazione di sottoprodotti della liposuzione per formulare iniezioni capaci di combattere una vasta gamma di malattie. “La tecnologia potrà dare all’Australia un netto vantaggio nel mercato della medicina rigenerativa , perché è un prodotto migliore e non ha effetti collaterali”, ha detto il Ceo della compagnia, John Martin.