I livelli di biomarker non costituiscono uno strumento sufficiente per capire quali pazienti risponderanno meglio all’immunoterapia. Per prescrivere il miglior trattamento, i medici hanno bisogno di capire in che modo le cellule immunitarie e i tumori interagiscono all’interno del paziente, piuttosto che valutare i livelli di ciascuna proteina associata presente. L’osservazione emerge da una ricerca pubblicata su Cancers da un team della University of Bath, nel Regno Unito.
I risultati del lavoro validano una piattaforma di imaging quantitativa che può predire se un paziente con tumore risponderà all’immunoterapia, come quella a base di inibitori di checkpoint, anticorpi che rimuovono i freni “messi” dalle cellule tumorali al sistema immunitario per renderlo in grado di combattere il tumore.
Attualmente i clinici misurano i livelli di proteine regolatrici di questi checkpoint immunitari per valutare se l’immunoterapia è necessaria. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono bene alla terapia, che può anche dare effetti collaterali gravi. Identificare al meglio chi potrebbe beneficiare dell’ immunoterapia è dunque un fattore cruciale.
La ricerca è stata condotta su pazienti con tumore del polmone metastatico che si sono sottoposti a un intervento di ablazione con radiofrequenza. In alcuni casi, questo trattamento su un polmone può portare a una riduzione del tumore anche nell’altro polmone per un effetto dovuto alla risposta al trattamento antitumorale, ma che può essere limitato dalle interazioni con regolatori di checkpoint immunitari. In questo processo, le proteine interagiscono come una serratura e una chiave, con le proteine regolatrici che possono compromettere la risposta immunitaria.
I ricercatori della University of Bath hanno confrontato i livelli di questi regolatori e i loro target usando la piattaforma di imaging molecolare immune-FRET, che può stabilire in che modo le molecole interagiscono a livello di nanoscala, in una singola cellula o tessuto. È la prima volta che queste interazioni sono state quantificate in pazienti che vanno incontro ad ablazione.
Fonte: Cancers 2022