E’ stato riscontrato che, sulla base dei “mi piace” di Facebook, i computer possano giudicare i tratti della personalità meglio di quanto facciano amici, familiari o persino il partner. Utilizzando un nuovo algoritmo, i ricercatori hanno calcolato il numero medio di “mi piace” di cui un’intelligenza artificiale ha bisogno per effettuare inferenze sulla personalità di un soggetto con la stessa accuratezza di un partner o di un genitore. In base a quanto riscontrato, soltanto un coniuge rivaleggia con il computer in accuratezza su un’ampia gamma di tratti psicologici.
Si tratta di un’enfatica dimostrazione della capacità dei computer di scoprire i tratti psicologici di una persona tramite la pura analisi di dati, dimostrando quindi in un certo senso che le macchine ci conoscano meglio di quanto credessimo, il che rappresenta una pietra miliare sul sentiero verso l’incremento delle interazioni sociali fra esseri umani e computer. In futuro, i computer potrebbero essere in grado di individuare i tratti della nostra personalità e reagire di conseguenza, portando alla comparsa di macchine emotivamente intelligenti e socialmente abili.
Secondo alcuni esperti, in questo contesto, le interazioni uomo-computer ritratte in alcuni film come Her potrebbero essere alla nostra portata. Questi stessi risultati potrebbero portare a perplessità riguardo la privacy con lo sviluppo di tecnologie del genere e per questo motivo gli stessi autori supportano politiche che diano all’utente il pieno controllo delle proprie “impronte digitali” telematiche. La capacità di giudicare le personalità, d’altro canto, è una componente essenziale della vita sociale, a partire dalle decisioni quotidiane sino ai piani a lungo termine come la scelta di chi sposare, assumere o eleggere come membro di un governo. (PNAS online 2015, pubblicato il 12/1)