Istituto Superiore di Sanità e Consiglio Superiore di Sanità uniti per il decalogo sul futuro delle vaccinazioni in Italia. A presentarlo sono stati i due presidenti Walter Ricciardi e Roberta Siliquini intervenuti ad una conferenza stampa nell’ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti).
Il decalogo “è parte integrante del piano vaccinale italiano presentato al Ministero già nello scorso giugno e di cui si sta discutendo in questi giorni, ma che è stato stralciato e presentato oggi per sottolinearne l’importanza, in un momento in cui le vaccinazioni in Italia
sono scese sotto la soglia rischio del 95%”, ha sottolineato Siliquini. Sicurezza, efficacia, efficienza e organizzazione ai primi posti del decalogo. Al quinto c’è l’etica: perché “la diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile”, precisano gli esperti.
Il sesto punto, la formazione, propone di inserire la vaccinologia all’interno dei corsi universitari e anche fra gli obiettivi formativi della formazione continua per tutta l’area sanitaria. I servizi sanitari sono poi chiamati anche all’informazione dei cittadini e a proporre strategie vaccinali che impattino significativamente su patologie gravose per la società. Quindi alle vaccinazioni devono essere dedicate risorse economiche e organizzative stabili, mentre va periodicamente valutato anche con studi indipendenti l’impatto di un intervento vaccinale in termini di salute di una popolazione. Infine, il punto 10, ultimo ma non per importanza, prevede di favorire la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.
– alle vaccinazioni devono essere dedicate risorse economiche e organizzative stabili;
– va periodicamente valutato anche con studi indipendenti l’impatto di un intervento vaccinale in termini di salute di una popolazione.
– il punto 10, ultimo ma non per importanza, prevede di favorire la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.
Forse sarebbe il caso di rovesciare il decalogo e partire dal punto dieci… dopo di che, il resto vien da sè