(Reuters Health) – Respirare è facile, merito della forma del nostro naso che è stata influenzata dal clima. Un team di ricercatori americani ha studiato come alcuni fattori possano aver orientato l’evoluzione della “proboscide” umana. Analizzando con l’aiuto di immagini tridimensionali i nasi di centinaia di persone in tutti i continenti, hanno capito che i fattori climatici, in particolare la temperatura e l’umidità, hanno giocato un ruolo chiave nel determinare la forma del naso. Nasi più larghi sarebbero più frequenti nei climi caldi e umidi, nasi stretti più comuni nelle regioni fredde e asciutti. Le funzioni primarie del naso sono respirazione e odorato. Quest’organo ha mucose ricche di capillari sanguigni che aiutano a mantenere calda e umidificata l’aria inalata che deve raggiungere le parti più sensibili dell’albero respiratorio. “Un naso stretto potrebbe contribuire ad aumentare il contatto tra l’aria inspirata e i tessuti nasali che veicolano umidità e calore – dice il genetista Arslan Zaidi della Penn State University, autore principale dello studio pubblicato da PloS Genetics – Un aspetto che potrebbe offrire dei vantaggi se si vive in climi più freddi; nei climi caldi è vero il contrario”. L’ipotesi va a supportare la teoria dell’antropologo Arthur Thomson (1858-1935) secondo il quale le persone provenienti da climi freddi e secchi tendono ad avere nasi più lunghi e più sottili rispetto alle persone che provengono da climi caldi e umidi. I ricercatori, inoltre, affermano che la larghezza delle narici, nel corso dei secoli, è stata associata a una maggiore fertilità. Così, gradualmente, la larghezza del naso si è ridimensionata.
Fonte: PloS Genetics
Will Dunham
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)