(Reuters Health) – Uno studio condotto dall’Università degli Studi di Brescia e pubblicato su JAMA Neurology, ha evidenziato un’associazione tra emicrania e dissezione dell’arteria cervicale (CEAD), una comune causa di ictus ischemico (IS), nei giovani e negli adulti di mezza età. Nei pazienti giovani con ictus ischemico l’emicrania è stata costantemente associata a dissezione dell’arteria cervicale, suggerendo “possibili meccanismi biologici comuni alla base dei due disturbi”, come scrivono Alessandro Pezzini e colleghi dell’Università degli Studi di Brescia, nell’articolo pubblicato.
Lo studio
Il team ha studiato pazienti (di età compresa tra 18 a 45 anni) inclusi nel Project on Stroke at Young Age (IPSYS), uno dei più grandi registri di pazienti con ictus ischemico a insorgenza precoce. E i ricercatori hanno dapprima evidenziato che su un totale di quasi 2.500 pazienti, il 13,4% presentava ictus ischemico – dissezione dell’arteria cervicale, mentre l’86,6% aveva avuto un ictus ischemico senza dissezione dell’arteria cervicale. L’emicrania era più comune nel gruppo con dissezione dell’arteria cervicale (31% vs. 24%, p = 0,01) e la differenza era in gran parte dovuta alla presenza di emicrania senza aura (24% vs. 16%, p <0,001). Dopo aggiustamento per i fattori confondenti rilevanti, l’emicrania senza aura è risultata significativamente e indipendentemente associata a ictus ischemico con dissezione dell’arteria cervicale (odds ratio, 1.74). L’associazione era più marcata (OR, 1.99) nei maschi e in particolare in quelli di età inferiore ai 40 anni (OR, 1.82). I ricercatori, infine, non hanno rilevato alcuna associazione significativa tra ictus ischemico con dissezione dell’arteria cervicale e presenza di emicrania con aura.
Le conclusioni
Pezzini ha osservato che l’emicrania è un “disturbo neurovascolare comune, molto frequente nella popolazione generale e con un decorso benigno nella maggior parte dei casi. I nostri risultati, tuttavia, sottolineano che, in alcuni casi, la malattia potrebbe favorire lo sviluppo di anomalie strutturali dei vasi cerebrali, le quali, a loro volta, potrebbero portare a sanguinamento nella parete arteriosa (dissezione) e ischemia cerebrale. In futuro sono auspicabili studi centrati sui meccanismi che legano l’emicrania e la dissezione dell’arteria cervicale. In particolare, si dovrebbe concentrare l’attenzione sulle anomalie funzionali della parete arteriosa nelle persone affette da emicrania e in quelli con dissezione dell’arteria cervicale”. Questo studio secondo gli autori ha punti di forza e limitazioni. Tra i primi vi è la progettazione prospettica, il gran numero di partecipanti, la valutazione standardizzata dei fattori di rischio vascolare, la conferma della diagnosi di emicrania da parte dei neurologi, le caratteristiche demografiche simili e il fenotipo clinico della coorte analizzata, che può ridurre i fattori confondenti. Le limitazioni si inscrivono sostanzialmente nella natura osservazionale dello studio. Inoltre, poiché i ricercatori non hanno valutato la frequenza dell’emicrania e la gravità o la frequenza delle aure, non sono stati in grado di valutare se l’associazione osservata variasse o meno in base a modelli specifici di emicrania.”I meccanismi attraverso i quali l’emicrania potrebbe aumentare la propensione individuale alla dissezione dell’arteria cervicale – concludono Pezzini e colleghi – rimangono non provati, ma ci sono argomenti convincenti per ritenere che vi siano strade biologiche comuni alla base dei due disturbi. Tra questi, la comune predisposizione genetica e la disfunzione endoteliale sembrano le più plausibili”.
Fonte: JAMA Neurology 2017
Megan Brooks
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)