(Reuters Health) – Secondo una nuova ricerca condotta negli USA, i pazienti con ictus ischemico che ricevono cure da un’unità mobile equipaggiata e con personale specializzato per il trattamento dell’ictus hanno meno probabilità di avere disabilità tre mesi dopo l’ictus rispetto alle controparti che ricevono l’assistenza standard da personale medico di emergenza.
“Uno sviluppo più diffuso delle unità mobili per la cura dell’ictus potrebbe avere un importante impatto di salute pubblica sulla riduzione della disabilità da ictus”, dice James Grotta, direttore della ricerca sull’ictus presso il Clinical Institute for Research and Innovation del Memorial Hermann – Texas Medical Center di Houston e principale autore dello studio, presentato all’ American Stroke Association International Stroke Conference 2021.
Le stroke unit mobili sono equipaggiate per diagnosticare e trattare l’ictus ischemico acuto in maniera rapida prima di arrivare in ospedale, con la somministrazione di un attivatore tissutale del plasminogeno (tPA) che agisce come antitrombotico.
I dati dello studio di Grotta si riferiscono a 1.047 adulti con ictus ischemico, idonei a ricevere un attivatore tissutale del plasminogeno (tPA), trattati in sette centri statunitensi tra il 2014 e il 2020.
I ricercatori hanno confrontato gli esiti di 617 pazienti con ictus trattati in una stroke unit mobile con quelli di 430 soggetti assistiti dai servizi medici di emergenza su un’ambulanza standard.
Rispetto alle tradizionali cure fornite dai servizi di emergenza, i pazienti trattati in una stroke unit mobile hanno ricevuto un farmaco anticoagulante più spesso, più rapidamente e hanno fatto registrare meno probabilità di disabilità correlate all’ictus.
Nel complesso, il 97% dei pazienti trasportati in un’unita mobile per il trattamento dell’ictus ha ricevuto tPA rispetto all’80% dei soggetti portati in Pronto Soccorso da un’ambulanza standard. Un terzo dei pazienti trattati da una stroke unit mobile ha ricevuto cure entro un’ora dall’insorgenza dei sintomi, rispetto al solo 3% delle controparti trasportate da un’ambulanza standard.
Dopo tre mesi, il 53% dei soggetti trattati in stroke unit mobili ha ottenuto una piena ripresa, rispetto al 43% di quelli trattati in un’ambulanza standard.
Fonte: American Stroke Association International Stroke Conference (ISC) 2021
Megan Brooks
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)