(Reuters Health) – L’ecografia gastrointestinale sarebbe un metodo accurato e non invasivo per valutare l’attività della malattia infiammatoria intestinale. È quanto avrebbe evidenziato una review pubblicata su Gut e coordinata da Robert Venning Bryant, del Queen Elizabeth Hospital di Adelaide, in Australia.
Nel trattamento della malattia infiammatoria intestinale, l’obiettivo è la guarigione della mucosa e l’endoscopia è l’esame che viene solitamente utilizzato per valutare questo parametro, mentre TAC e Risonanza Magnetica sono le alternative più utilizzate. Secondo i ricercatori australiani, però, l’ecografia gastrointestinale aiuterebbe a identificare patologie sia interne che extra-intestinali e tecniche speciali potrebbero essere usate per rilevare anomalie specifiche. L’ecografia a contrasto, per esempio, sarebbe utile a rilevare l’infiammazione e il restringimento dovuti alla malattia di Crohn, mentre l’ecografia transperineale potrebbe aiutare a rilevare la presenza di fistole o ascessi perianali e l’ecografia con mezzi di contrasto potrebbe caratterizzare ascessi sospetti.
L’ecografia gastrointestinale, nonostante possa svolgere ruoli importanti nella diagnosi dell’IBD così come nella valutazione dell’attività della malattia, non sarebbe però raccomandabile come strumento di sorveglianza nella colite, perché non ci sarebbero prove che è in grado di rilevare la displasia associata. “L’ecografia gastrointestinale è un prezioso strumento non invasivo nella gestione della malattia infiammatoria intestinale”, hanno concluso gli autori.
Fonte: Gut
Reuters Staff
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)