Le relazioni positive con i genitori e con altri adulti nel corso dell’infanzia aprono la strada a una migliore salute mentale, riducendo il rischio di soffrire di ansia e depressione da adulti. A questa conclusione è giunto lo studio di un team di ricercatori del Columbia University Irving Medical Center guidato da Sara VanBronkhorst.
Il lavoro ha analizzato i dati relativi a duemila partecipanti dello studio Boricua Youth Study, che ha seguito generazioni di famiglie disagiate per 20 anni, a Porto Rico e nel Bronx (New York).
I ricercatori hanno valutato le esperienze infantili negative durante l’infanzia, come abusi fisici o psicologici, abbandono, malattia mentale, violenza domestica, detenzione carceraria o morte di un genitore.
Successivamente hanno misurato sette fattori socioculturali associati alla resilienza, che includevano le relazioni sociali (calore materno/paterno e amicizie), i vincoli di solidarietà all’interno della famiglia e il suo rapporto con la religiosità.
I risultati sulla salute mentale sono stati misurati durante la giovane età adulta e includevano, come parametri di valutazione, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo depressivo maggiore, disturbo da uso di sostanze e stress percepito.
I ricercatori hanno scoperto che coloro che avevano potuto contare su robuste reti sociali nel corso dell’ infanzia – escludendo le relazioni tra coetanei – mostravano una maggiore resistenza agli stati di ansia e depressivi e avevano una minore percezione dello stress.
“Per i bambini, un fattore di resilienza estremamente importante è una relazione profonda con un genitore o con un altro adulto”, spiega VanBronkhorst, autrice principale dello studio, “ Il nostro lavoro dimostra che i bambini che hanno almeno una relazione positiva con un adulto saranno meno esposti a depressione, ansia e stress nell’età adulta”.
Fonte: JAMA Psychiatry 2023