Il biorestauro di opere d’arte fatto con i batteri è una tecnologia tutta italiana messa a punto dall’Enea. Restaurare le opere d’arte utilizzando batteri e funghi invece di prodotti chimici potenzialmente più rischiosi per la salute, viene utilizzata nelle sale del Vaticano e presto anche nei giardini per riportare allo splendore statue e fontane. Con il metodo di pulitura ‘bio-based’, i microrganismi vengono usati per rimuovere depositi di varia natura, come ad esempio smog o colla, da opere d’arte di diversi tipo, dalle tele alle statue in marmo, con indubbi vantaggi di selettività d’intervento, sicurezza per l’opera d’arte, non tossicità per i restauratori, basso costo e ridotto impatto ambientale. “Ad oggi nei laboratori Enea sono stati selezionati ben 500 ceppi fra batteri e funghi – riportano gli esperti – da utilizzare negli interventi di restauro: un vero e proprio esercito di potenziali ‘micro-riparatori’ con i quali è possibile realizzare interventi su misura”.
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