(Reuters Health) – Anche dopo un trapianto di cuore, le donne possono andare incontro con sicurezza a una gravidanza, naturalmente dopo aver preso in considerazione diversi fattori che influenzano la salute di madre e neonato. È quanto hanno riferito alcuni ricercatori italiani, guidati da Francesca Macera del Niguarda di Milano, in uno studio pubblicato da Transplantation.
Lo studio
Dopo un trapianto di cuore, la gravidanza può esporre la madre a rischi emodinamici e immunologici e il neonato a effetti tossici della terapia immunosoppressiva e al rischio di cardiopatia ereditaria. Per la ricerca, Macera e colleghi hanno descritto i casi di 17 gravidanze da 11 donne sottoposte a trapianto di cuore nel loro centro. Prima delle 12 gravidanze andate a buon fine, due donne hanno avuto tre aborti spontanei nel primo trimestre e due hanno subito interruzioni volontarie di gravidanza nel primo anno dopo il trapianto. L’età media al momento della gravidanza era di 33 anni e il tempo medio che passava tra il trapianto e il parto era di 67 mesi, con un range tra 11 e 106 mesi. Quattro delle donne avevano una cardiopatia ereditaria, in particolare tre avevano cardiomiopatia ipertrofica, una soffriva di displasia aritmogena del ventricolo destro,e due avevano una cardiomiopatia dilatativa familiare.
Le evidenze
Durante le gravidanze portate a termine con successo, non ci sono stati casi di rigetto, disfunzione dell’innesto, ipertensione di nuova insorgenza, diabete o iperglicemina, preeclampsia, eclampsia o infezioni gravi. In sei pazienti, dopo il concepimento è stato interrotto il trattamento con aziotioprina mentre nove pazienti sono rimaste in trattamento con ciclosporina A e prednisone. Una donna, infine, è rimasta in cura solo con ciclosporina e un’altra ha condotto due gravidanze a termine, continuando ad assumere tacrolimus e prednisone. Dieci dei 12 parti, inoltre, sono stati cesarei, due dei quali sdovuti a complicazioni ,e la maggior parte dei bambini era di piccole dimensioni rispetto all’età gestazionale. Nessuno dei neonati, comunque, presentava difetti congeniti. Solo una paziente ha allattato al seno, mentre le altre sono state incoraggiate a riprendere al più presto la terapia con immunosoppressori, senza esporre ulteriormente il bambino a questi farmaci. Infine, durante il follow-up a lungo termine, tre donne sono morte per cause cardiache, a otto, 11 e 14 anni dopo la gravidanza, mentre quattro hanno sviluppato malattia renale cronica e una è oggi sottoposta a dialisi peritoneale.
I commenti
“Diventare madre dopo un trapianto di cuore è possibile e grazie alla gestione multidisciplinare in risultato è buono per madri e bambini”, dice Francesca Macera “Sicuramente le pazienti devono conoscere i rischi legati alla gravidanza, compresa la ridotta aspettativa di vita rispetto alla popolazione generale e la possibilità di trasmettere la malattia ai loro figli”. “Questo studio si aggiunge agli altri che hanno evidenziato che la gravidanza è sicura per le donne che hanno subito un trapianto di cuore”, sottolinea David Baran, del Sentara Heart Hospital di Norfolk, nella Virginia Occidentale (USA). “Il nostro lavoro come specialisti è di offrire consigli basati su prove e sostenere paziente e famiglia per il lungo periodo. E le donne che decidono di sottoporsi a trapianto devono sapere che l’operazione non preclude loro la possibilità di avere dei figli”.
Fonte: Transplantation
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)