Chiamiamola sindrome di Peter Pan o adolescenza infinita, ma l’essere eternamente bambini non è necessariamente un male e anzi, amare il divertimento può dare una marcia in più per affrontare la vita di tutti i giorni.
Secondo una ricerca della Martin Luther University Halle-Wittenberg, pubblicata su Personality and Individual Differences, la giocosità, insieme con altre cinque caratteristiche della personalità quali estroversione, gradevolezza, coscienziosità, apertura all’esperienza e stabilità emotiva, rende gli adulti buoni osservatori, fa vedere loro facilmente le cose da nuove prospettive e rende le azioni monotone più interessanti.
E non è tutto. Esaminando studi e sondaggi relativi a circa 3mila persone, René Proyer, lo psicologo che ha condotto lo studio, ha identificato 4 tipi di adulti giocosi:
– quelli con una giocosità orientata agli altri, cioè che amano scherzare con amici e parenti
– i giocosi ‘a cuor leggero’, che prendono l’intera vita come un gioco
– coloro che hanno una giocosità intellettuale, persone a cui piace cioè giocare con pensieri e idee, che riescono a trasformare compiti noiosi in qualcosa di divertente
– i giocosi stravaganti che tendono ad essere interessati a cose strane e insolite e si divertono con piccole osservazioni giorno per giorno.
In tutti, quelli che Proyer definisce giocosi, c’è la tendenza a rimescolare le carte per scoprire ulteriori connessioni: sempre in linea con la più semplice definizione di intelligenza: collegare le informazioni in modo da dare loro un ‘senso’: quelli che ‘giocano’ prediligono ciò che dà loro un piacere, in questo trovano uno stimolo ma può essere anche un limite se portata all’eccesso. Occorre forse comunicarlo al Proyer…
Piero Bini
concordo invece con ciò che afferma Proyer…….è altrettanto ovvio che tutto ciò che viene portato all’eccesso può diventare limitante……..