Le alternative e i nuovi dispositivi per fumare in modo più “ecologico” non possono sottostare alle stesse normative che regolano le sigarette tradizionali, se si vuole sfruttare i potenziali effetti positivi per la salute pubblica. A chiederlo sono i partecipanti al Global Tobacco and Nicotine Forum in corso a Bruxelles, appuntamento annuale che riunisce produttori, sia di sigarette tradizionali che ‘2.0’.
“Grazie all’innovazione tecnologica sono disponibili diversi tipi di dispositivi, dalle sigarette elettroniche a quelli che scaldano il tabacco senza bruciarlo – ha spiegato Germana Barba, director of corporate affairs di Philip Morris International -. Ci sono centinaia di prodotti, in grado di soddisfare tutte le esigenze dei consumatori. Sono molto diversi dalle sigarette, pensare che la regolazione di quelle tradizionali possa essere trasferita alle alternative è fuorviante. Serve qualche disposizione regolatoria, ma se le regole più restrittive che abbiamo visto per i prodotti del tabacco saranno applicate anche a questi dispositivi sarà un’occasione persa”.Gli effetti di regole troppo rigide, ha spiegato Clive Bates, direttore dell’associazione Counterfactual, si stanno già facendo sentire, con i paesi dove e’ vietata la pubblicità delle e-cig e degli altri dispositivi che vedono un aumento dei fumatori adolescenti. “In molti casi si creano regolamentazioni non proporzionali – ha spiegato – in cui regole più restrittive sono applicate ai prodotti meno pericolosi. Ad esempio sappiamo che le alternative alle sigarette sono meno dannose, perché non contengono le sostanze pericolose sprigionate dalla combustione, ma negli Usa solo il 5% delle persone ne è a conoscenza, e non si può fare pubblicità per farlo sapere”.