Se è vero che la sostanza dannosa, nel fumo di sigaretta, non è la nicotina, trovare dei sistemi di assunzione di questa sostanza che riducano il danno da fumo deve essere l’obiettivo per tutelare la salute anche di chi non riesce a smettere.
Con questo scopo è stata presentata, venerdì scorso, l’International Association on Smoking Control & Harm Reduction (SCHORE), alla conclusione del terzo Scientific Summit su Tabacco Harm Reduction: Novel products, Research & Policy, che si è tenuto in via virtuale il 24 e il 25 settembre.
L’incontro è stato anche l’occasione per presentare la nuova legge greca contro il fumo, che introduce un processo di valutazione per analizzare la possibilità della riduzione del danno attraverso solide evidenze scientifiche e studi pre-clinici e clinici.
Nonostante siano ben noti gli effetti dannosi delle sigarette, un miliardo di persone al mondo fuma e più di sette milioni muoiono prematuramente ogni anno per le malattie correlate al fumo. La nicotina è una sostanza che crea dipendenza, ma gioca un ruolo minore nella mortalità collegata alla sigaretta ed è efficacemente usata nel controllo dell’abitudine al fumo e per ridurre il danno.
Smettere di fumare ed evitare che le persone si abituino alle sigarette è fondamentale, ma per coloro che non vogliono smettere, negli ultimi anni sempre più enti regolatori hanno autorizzato la vendita di apparecchi alternativi che, grazie alla ridotta tossicità, potrebbero portare a una riduzione dei danni da fumo.
Proprio per valutare in modo scientifico i nuovi prodotti, è stata fondata l’associazione SCHORE, un’organizzazione non-profit a cui hanno già aderito 55 medici ed esperti di salute pubblica di oltre 25 paesi, con sede a Bruxelles, che punta a raccogliere evidenze, identificare gap nella ricerca, anche per verificare in modo indipendente i dati prodotti dall’industria del tabacco, fornire raccomandazioni e stabilire un dialogo con esperti e regolatori a livello internazionale, europeo e nazionale.
L’associazione beneficerà di fondi europei e non accetterà finanziamenti dalle aziende del tabacco, ma queste, e qualsiasi istituto di ricerca, potranno avere accesso o pubblicare i loro risultati attraverso gli eventi scientifici che saranno organizzati.
Nonostante, dunque, il dibattito sulla riduzione del danno sia ancora all’inizio e molte autorità regolatorie siano contrarie a questo approccio, secondo SCHORE è necessario puntare sulla ricerca di qualità per educare gli esperti di salute pubblica sugli eventuali benefici di questo approccio, cercando anche di rispondere alle preoccupazioni sull’uso continuo di questi apparecchi, così come sulla possibilità che siano usati da chi non fuma o dai più giovani.
Per quel che riguarda la legge greca, che è entrata in vigore prima del lockdown, oltre alla prevenzione del fumo, alla protezione della popolazione dal fumo passivo, bandendo le sigarette in ristoranti e bar come già avviene in molti paesi, e all’istituzione di centri specializzati di assistenza per chi vuole smettere di fumare, la legge di fatto riconosce il diritto dei fumatori a ricevere informazioni accurate e accesso a scelte migliori.
Per quest, la Grecia ha deciso di puntare anche alla valutazione dei nuovi prodotti del tabacco, non per chiudere un occhio sul fumo, ma per capire se ci sono delle scelte migliori rispetto alle tradizionali ‘bionde’. Così, nel caso di evidenze scientifiche che dimostrino dei benefici nell’uso dei nuovi prodotti rispetto alle sigarette, nei punti vendita potranno essere date informazioni utili ai consumatori e nel frattempo sarà data una spinta per produrre prodotti potenzialmente migliori e incoraggiare le aziende nel proseguire la loro attività di ricerca e sviluppo in questo ambito.