(Reuters Health) – La fibrillazione atriale (Fa) di nuova insorgenza è comune dopo la sostituzione della valvola aortica transcatetere (Tavr) ed è associata a outcome peggiori. È quanto emerge da una nuova analisi pubblicata da Jacc: Cardiovascular Interventions.
“La Fa di nuova insorgenza colpisce circa 1 paziente su 12 senza una forma preesistente – spiega Amit N. Vora del Duke Clinical Research Institute di Durham, principale autore dello studio – C’è una grande variabilità nel modo in cui questi pazienti sono gestiti e solo una minoranza viene dimessa con l’anticoagulante orale, che è una pietra miliare nella
Lo studio
Per valutare l’incidenza e gli esiti della Fa di nuova insorgenza post Tavr, Vora e colleghi hanno preso in considerazione i dati della Society of Thoracic Surgeons e dell’American College of Cardiology Transcatheter Valve Theraphy Registry legati a Medicare.
Tra oltre 13.300 pazienti sottoposti a Tavr in 381 ospedali a livello nazionale, l’8,4% ha sviluppato una Fa di nuova insorgenza dopo la procedura. L’incidenza è stata maggiore tra i pazienti con accesso transapicale (16,5%) rispetto a quelli con accesso transfemorale (4,4%). Altri fattori associati con tassi più alti di Fa di nuova insorgenza sono stati lo stadio più avanzato, l’essere donne, avere una grave broncopneumopatia cronica ostruttiva e punteggi più elevati di rischio di mortalità previsto dalla Society of Thoracic Surgeons.
I risultati
Meno del 30% di pazienti con Fa di nuova insorgenza sono stati dimessi con una qualsiasi terapia anticoagulante, nonostante un punteggio CHA2DS2-VASc medio di 5.
Rispetto a chi aveva mantenuto un corretto ritmo sinusale i pazienti che hanno sviluppato il disturbo avevano una probabilità significativamente maggiore di morire in ospedale (7,8% vs 3,4%), di ictus (4,7% vs 2%), di infarto miocardico (1,4% vs 0,5%) e di eventi emorragici maggiori (10,6% vs 6,1%).
L’incidenza cumulativa della mortalità a un anno per tutte le cause è stata del 30,1% per i pazienti di nuova insorgenza contro il 16,1% di quelli che non avevano sviluppato la Fa. Anche i tassi di ictus e sanguinamento a un anno sono stati significativamente più alti in chi aveva questo disturbo.
I pazienti con Fa di nuova insorgenza non dimessi con anticoagulanti presentavano i tassi più elevati di mortalità e riospedalizzazione per ictus e tassi inferiori di riospedalizzazione per insufficienza cardiaca o sanguinamento maggiore rispetto a chi aveva sviluppato il disturbo ma era stato dimesso con antiocoagulanti.
I commenti
“Penso sia importante che i medici riconoscano che questo è un problema comune ed è associato a esiti peggiori – sottolinea Vora – È importante dividere questi pazienti in base al rischio di sanguinamento e a quello di ictus e trattarli di conseguenza”. La strategia antitrombotica ottimale nei pazienti che seguono Tavr resta un’importante questione clinica ed è attualmente al centro di numerosi studi, sebbene nessuno si concentri esclusivamente sui pazienti con Fa, hanno notato i ricercatori, auspicando ulteriori studi per determinare la strategia migliore per la gestione di questi pazienti ad alto rischio.
Fonte: J Am Coll Cardiol Intv 2018
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)