Il primo trapianto di fegato realizzato con tecnica domino su pazienti pediatrici con patologie diverse è stato realizzato dai medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
La tecnica si definisce ‘domino’ perché grazie ad un solo donatore si possono trapiantare due persone, facendo in modo che il primo ricevente si trasformi a sua volta in donatore. In questo caso, l’organo asportato al primo paziente, che aveva ricevuto una donazione da cadavere, è stato utilizzato per il secondo adolescente in lista d’attesa. Dunque, con un solo donatore cadavere sono stati appunto trapiantati due pazienti. Grazie a questa metodica, spiegano i chirurghi, è stato possibile trasformare il primo ricevente in donatore, mettendo il suo fegato appena asportato a disposizione del secondo. I pazienti sono due adolescenti, affetti da due malattie diverse e da tempo inseriti nella lista di attesa per trapianto di fegato. Entrambi i trapiantati hanno superato positivamente il decorso postoperatorio e sono stati dimessi da alcuni giorni.
Il primo paziente, che ha ricevuto l’organo da un donatore cadavere, era affetto da leucinosi, una malattia metabolica genetica recentemente inserita tra quelle sottoposte a screening neonatale obbligatorio, conosciuta anche come malattia delle urine a sciroppo d’acero. Può manifestarsi già nei primi giorni di vita con difficoltà nell’alimentazione, alterazioni neurologiche e urine che odorano appunto di sciroppo d’acero. Se non trattata, causa un’encefalopatia progressiva, senza però alterare le funzioni principali del fegato. Una rigorosa dieta consente di controllare la malattia, ma non impedisce del tutto lo sviluppo di crisi di scompenso metabolico che, oltre a mettere in pericolo di vita il bambino, possono causare danni neurologici irreversibili. Nelle persone affette, il trapianto del fegato si rivela una soluzione molto efficace.
Il secondo paziente era invece affetto da cirrosi biliare cronica, ed era in gravi condizioni cliniche. Anche in questo caso, il trapianto di fegato rappresenta la strategia di intervento più efficace. I chirurghi del Bambino Gesù hanno quindi asportato il fegato del paziente affetto da leucinosi e lo hanno riutilizzato per il secondo paziente. La leucinosi infatti non altera le funzioni principali del fegato ed il ricevente non corre il rischio di sviluppare la malattia. La tecnica di trapianto ‘domino’ è una forma particolare di trapianto da vivente, che può però essere applicata solo in casi selezionati presso ospedali dove, oltre alle competenze chirurgiche ed epatologiche, è presente anche un
centro specializzato nella cura delle malattie metaboliche.
La realizzazione di questi due trapianti contemporanei ha dunque richiesto, sottolinea l’Ospedale, “un notevole sforzo organizzativo”. Il primo trapianto domino di fegato su adolescenti si aggiunge ad altri risultati recentemente raggiunti dai medici del Bambino Gesù, come la scoperta di nuove malattie metaboliche che possono essere curate con il trapianto, l’applicazione delle tecniche di chirurgia mininvasiva nel prelievo di organi da donatore vivente ma, soprattutto, la cura mediante il trapianto di un numero sempre maggiore di bambini. Solo nel 2016, infatti, sono stati più di 60 i pazienti pediatrici curati mediante un trapianto di fegato o di rene o di entrambi questi organi.