E’ della Food and drug administration (Fda), l’agenzia Usa che regola i farmaci, la prima guida tecnica in assoluto per le aziende che sviluppano prodotti, dalle protesi ai farmaci, interamente o parzialmente stampati in 3D
Ormai non sono più semplici sperimentazioni e i dispositivi stampati tridimensionalmente
stanno diventando una realtà sempre più diffusa. Come spiega sul sito il commissario dell’Fda, Scott Gottlieb, tessuti umani, farmaci e apparecchi medici stampati in 3D sono ormai “una realtà promettente”, di cui hanno già tratto beneficio diversi pazienti.
L’Fda infatti ha rivisto più di 100 apparecchi, attualmente sul mercato, prodotti con le stampanti 3D, come protesi del ginocchio o impianti usati per la ricostruzione del viso. L’Fda ha approvato anche il primo farmaco stampato in 3D, usato per trattare le crisi epilettiche, che si dissolve in bocca più velocemente. Ma nel prossimo futuro, assicura Gottlieb, con questa tecnica si potranno produrre le nuove cellule della pelle per i pazienti ustionati, così come gli organi per i trapianti.
La guida pubblicata dall’Fda vuole offrire supporto e consiglio alle aziende sugli aspetti tecnici della stampa in 3D degli apparecchi medici, dal design alle prove di funzionalità, durata e qualità, fino all’arrivo sul mercato. Si tratta di raccomandazioni da usare su una tecnologia emergente che evolverà in modi inaspettati, all’interno di un quadro di regole e delle leggi attuali che, riconosce l’Fda, vanno riviste e adattate.