Soprattutto d’estate, per evitare il rischio di arresto cardiaco e ictus, è necessario bere molta acqua e tenere sotto controllo la pressione, facendo particolare attenzione agli anziani. Gli esperti ribadiscono l’importanza di compensare una sudorazione eccessiva, di non sottovalutare la bassa pressione e, se non si ha la giusta preparazione, evitare di praticare sport in modo troppo intensivo. Attenzione inoltre, se si soffre di ipertensione, alle gite ad alta quota. L’ictus conta in Italia circa 180.000 casi ogni anno, mentre gli arresti cardiaci improvvisi sono circa 50.000.
Al di là di fattori di rischio generici, legati a familiarità, dieta, sedentarietà, fumo e alcol, ci sono alcuni rischi più ‘tipicamente estivi’. Il caldo infatti, per il cuore, può comportare due conseguenze che vanno tenute sotto controllo, per evitare i classici ‘malori’. Innanzitutto, chiarisce Antonio Rebuzzi, responsabile dell’Unità Coronarica del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, “abbassa la pressione e anche l’afflusso di sangue al cuore. Quindi chi assume antipertensivi, in caso di alte temperature deve ridurre, sotto consiglio medico, i farmaci calcioantagonisti”. Inoltre sudando “si perdono sali minerali e questo può causare uno squilibrio elettrolitico che porta aritmie cardiache, anche gravi che possono causare un arresto cardiocircolatorio e morte improvvisa. Ovviamente gli infartuati, avendo una parte del cuore che funziona male, sono a maggior rischio”.
Attenzione inoltre quando si va in montagna. “Oltre i mille metri aumenta il lavoro cardiaco e quindi la necessità di ossigeno. Meglio quindi, se si è soggetti a ipertensione, portarsi un apparecchio per la pressione e farmaci di emergenza”. Quanto all’attività fisica, via libera a passeggiate di mattina o di sera, in montagna come al mare, così come sport aerobici come nuoto o bicicletta. Ma “sempre con il senso della misura”, sottolinea Rebuzzi. I più a rischio sono “i sessantenni che si sentono Superman: nel corso dell’anno non fanno attività fisica e poi d’estate si cimentano senza preparazione in tornei di tennis o di calcetto, arrampicate, tuffi. In quel caso – conclude l’esperto – possono non sapere di avere danni coronarici silenti che poi si manifestano nel momento in cui il cuore è sotto sforzo”.
Rischi sostanzialmente simili per quanto riguarda l’ictus, spiega Antonio Di Carlo, esperto dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Il nemico numero uno, specie per gli anziani, è la disidratazione, perché laddove c’è sangue più denso c’è maggior rischio trombotico. Bere di più quindi, anche se non si sente lo stimolo della sete, serve per mantenere la giusta consistenza ematica”. Altrettanto da tenere sotto controllo, è “l’eccessiva vasodilatazione, che può provocare bruschi cali di pressione e ridurre l’afflusso di sangue al cervello, quindi causare un’interruzione dell’irrorazione sanguigna”. Per questo, in caso di malore, la persona che cade a terra va fatta sdraiare con le gambe alzate, in modo da facilitare il ritorno di sangue alla testa.