(Reuters Health) – L’analgesia epidurale non sembra migliorare il dolore post-operatorio e potrebbe peggiorare gli esiti nei pazienti che si sottopongono a un intervento di riparazione dell’ernia addominale. A dimostrarlo è uno studio coordinato da Ajita Prabhu della Cleveland Clinic Foundation, in Ohio. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Annals of Surgery.
Lo studio
L’analgesia epidurale è comunemente usata per gestire il dolore dopo diversi tipi di interventi chirurgici, ma non è mai stato approfondito il suo utilizzo negli interventi di riparazione dell’ernia addominale. Per lo studio, Prabhu e colleghi hanno preso in considerazione i dati dell’Americas Hernia Society Quality Collaborative per valutare l’impatto dell’epidurale post-operatoria su durata del ricovero, morbilità della ferita a 30 giorni, complicanze post-operatorie e qualità della vita riferita dai pazienti. La ricerca è stata fatta su 763 pazienti di cui la metà aveva ricevuto l’epidurale e l’altra metà no.
I risultati
I ricercatori americani hanno visto che i punteggi sulla misurazione del dolore erano più alti nel gruppo sottoposto a epidurale rispetto ai pazienti che non avevano ricevuto questo trattamento. Inoltre, tra i pazienti che erano stati trattati con l’epidurale, il ricovero sarebbe stato di 5,49 giorni di media, contro 4,9 di chi non aveva fatto l’epidurale. Oltre al fato che questo tipo di analgesia sembrava portare a un maggior rischio di complicanze post-operatorie. Non c’erano, invece, differenze nella qualità della vita percepita dai pazienti e l’incidenza di insufficienza renale sarebbe stata inferiore nel gruppo che aveva subito l’epidurale.“I nostri risultati suggeriscono che i benefici dimostrati dall’epidurale non sono applicabili ai pazienti che si sottopongono a riparazione dell’ernia addominale”, concludono i ricercatori, aggiungendo che sono necessari ulteriori studi per determinare la modalità più efficace e conveniente per gestire il dolore in questo gruppo di pazienti.
Fonte: Ann Surg 2017
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)