A seguito dell’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV), nelle cellule T regolatorie restano tracce di “cicatrici epigenetiche”, visibili anche dopo che la malattia è stata trattata con successo. È quanto emerge dallo studio condotto da un team dell’Institute for Basic Science (IBS) del Korea Virus Research Institute (KVRI), coordinato da Eui-Cheol Shin. Il lavoro è stato pubblicato dal Journal of Hepatology.
L’epatite C cronica può portare a gravi complicazioni come la cirrosi epatica e il cancro al fegato. Tuttavia, l’infezione è oggi curabile grazie agli antivirali ad azione diretta (DAA), che hanno determinato alti tassi di guarigione.
Lo studio
Lo studio ha esaminato pazienti con infezione cronica da HCV che avevano raggiunto una risposta virologica sostenuta (SVR) dopo il trattamento con antivirali ad azione diretta. I ricercatori hanno scoperto che la frequenza delle cellule TREG attivate rimaneva elevata durante il trattamento e continuava ad essere alta anche dopo l’eliminazione del virus. Andando a eseguire analisi genetiche approfondite, il team ha rilevato che le TREG dei pazienti affetti da HCV rimanevano alterate anche dopo l’eradicazione del virus, continuando ad esprimere caratteristiche infiammatorie e a produrre citochine come TNF, IFN-γ e IL-17A, fino a sei anni dopo l’infezione. Nonostante il successo dell’eliminazione virale, dunque, la persistenza delle caratteristiche infiammatorie nelle cellule TREG suggerisce che i pazienti potrebbero essere a rischio di disregolazione continua del sistema immunitario.
“I risultati evidenziano la necessità di un monitoraggio anche dopo che l’HCV è stato eliminato – conclude Eui Cheol – Comprendendo i meccanismi alla base di questi cambiamenti immunitari persistenti, possiamo sviluppare strategie più efficaci per garantire il recupero completo e migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
Fonte: Journal of Hepatology 2024