Con le nuove terapie si risparmieranno 10.000 euro a paziente. Questo l’obiettivo che si sono posti gli esperti uniti nell’Alleanza Contro l’Epatite (Ace), riunitisi oggi per discutere anche di uniformare l’accesso alle cure, riallocare le risorse e mantenere il sistema salute sostenibile per curare tutti i pazienti con Epatite C.
Secondo l’analisi di Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria, Eehta-Ceis Università Tor Vergata di Roma, il sistema sanitario sarà in grado di risparmiare cifre considerevoli. “La disponibilità di trattamenti farmacologici in grado di guarire i pazienti determina una forte riduzione di tutte le tipologie e dei costi diretti sanitari attualmente sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale, rendendo sostenibile la spesa prevista. Infatti, l’utilizzo dei nuovi farmaci, come dimostrano recenti studi, non solo comporterà una fortissima riduzione del numero di trapianti, del numero di ricoveri, del numero degli eventi avversi e di un ridotto utilizzo dei trattamenti fino ad oggi utilizzati e caratterizzati dall’uso dell’interferone ma, per ciascun paziente che raggiunga una risposta virologica, il sistema sanitario sarà in grado di risparmiare in media oltre 10.000 euro che potranno essere reinvestiti per finanziare l’innovazione in questa classe di farmaci”.
Sulla linea del risparmio anche Antonio Gasbarrini, Professore di Gastroenterologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma: “Con l’aiuto di questi nuovi dati, insieme alle certezze che abbiamo grazie alle nuove terapie disponibili, la lotta all’epatite C e la speranza di sconfiggerla si fa sempre più reale. Ma proprio per andare verso questo obiettivo, diventa ancor piu’ indispensabile un’azione programmatica, che renda il sistema sostenibile”.