Una piattaforma biomolecolare, messa a punto da un team dell’Università della Carolina del Nord di Charlotte (USA), coordinato da Kirill Afonin, potrebbe apportare benefici alle persone in terapia con anticoagulanti che si sottopongono a chirurgia cardiaca, dialisi o altre procedure. La piattaforma è stata presentato sulla rivista Nano Letters.
Attualmente, nel mondo una persona su quattro muore di malattie dovute alla formazione di coaguli nel sangue. I farmaci anticoagulanti, che riducono questo rischio, possono, però, causare significativi problemi come emorragie incontrollate durante gli interventi chirurgici.
La tecnologia messa a punto dai ricercatori americani sfrutta fibre anticoagulanti programmabili RNA-DNA che, iniettate nel circolo sanguigno, formano strutture modulari che comunicano con la trombina, enzima responsabile della formazione dei coaguli di sangue. La tecnologia consente alle strutture di prevenire la formazione di coaguli al bisogno e viene poi eliminata dall’organismo attraverso il sistema renale.
“La nostra piattaforma potrebbe essere usata durante la chirurgia per bypass coronarico, dialisi renale e una serie di interventi vascolari, chirurgici e coronarici”, spiega Kirill Afonin, “Stiamo cercando di trovare anche possibili nuove applicazioni future. Invece di avere una singola molecola che disattiva la trombina, abbiamo una struttura relativamente grande che ha centinaia di aptametri sulla superficie che possono legare la trombina e disattivarla”.
Una seconda iniezione, poi, inverte la funzione anticoagulante della struttura, consentendo alle fibre di metabolizzarsi in materiali che siano non dannosi, inattivi e facilmente escreti. La tecnologia agisce a livello extracellulare e potrebbe essere utile anche per disattivare altri enzimi, sempre extracellulari.
Fonte: Nano Letters 2022