(Reuters Health) – L’emicrania post-traumatica (PTM) si verifica dopo un trauma cranico in oltre un terzo dei pazienti ed è associata a prognosi peggiori e tempi di recupero più lunghi. E le conseguenze possono persistere per oltre tre anni dal primo trauma.
Lo studio
Per arrivare a queste conclusioni Sufrinko e il suo team, dell’Università di Pittsburgh, hanno esaminato 153 atleti di età compresa tra 12 e 18 anni che avevano subito un trauma cranico nelle due settimane precedenti il reclutamento. Il 45% ha riportato una storia familiare di emicrania, mentre il 44% è rientrato nei criteri per la diagnosi si emicrania post- traumatica. Si è così evidenziato che il 30% degli atleti senza storia familiare di emicrania aveva una PTM, contro il 57% dei pazienti con una storia familiare di emicrania. Inoltre la relazione di probabilità di avere una PTM associata alla storia familiare di emicrania era di 2,60 (P = 0,003). E ancora si è visto che le disfunzioni neurocognitive e vestibolari/oculomotore erano peggiori per i pazienti con PTM, indipendentemente dalla loro storia familiare di emicrania.
Le conclusioni
Secondo Sufrinko, allenatori, educatori e atleti dovrebbero essere consapevoli che la storia familiare di emicrania è un fattore di rischio per PTM, ed è associata ad esiti peggiori. “Si pensa che l’emicrania e il trauma cranico abbiano una fisiopatologia condivisa”, ha osservato il ricercatore. Mentre poco si sa su come la PTM dovrebbe essere trattata rispetto all’emicrania non correlata al trauma. Il ricercatore ha aggiunto che i risultati dello studio suggeriscono che i medici debbano trattare i pazienti con PTM come i pazienti con emicrania, piuttosto che come pazienti ansiosi. “Generalmente – ha aggiunto – i pazienti sono invitati a ritornare a casa e riposare dopo un incidente, ma troppo riposo può in realtà peggiorare l’emicrania. i pazienti devono essere invitati aa attendere alle loro normali attività quotidiane, mangiando regolarmente e bevendo molta acqua. “Non dovrebbero stare solo in camere buie a letto tutto il giorno. Potrebbe essere potenzialmente dannoso per il loro recupero “, ha concluso Sufrinko
Fonte: J Head Trauma Rehabil 2017
Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)