Una presenza maggiore di sodio nel liquido cerebrospinale; sarebbe questa una delle caratteristiche di chi soffre di emicrania. A rivelarlo è una ricerca tedesca presentata al meeting annuale della Radiological Society of North America.
La ricerca
Gli studiosi, guidati da Melissa Meyer, radiologa dello University Hospital Mannheim e dell’Università di Heidelberg, hanno preso in esame 12 donne di età media di 34 anni con una valutazione clinica di emicrania, che hanno compilato un questionario riguardante la durata, l’intensità e la frequenza dei loro attacchi di emicrania e delle aure che li accompagnavano. Nello studio sono state poi coinvolte anche altre 12 donne sane, con la funzione di gruppo di controllo.
Tutte le partecipanti alla ricerca sono state sottoposte a risonanza magnetica cerebrale tesa ad analizzare la concentrazione di sodio. Non sono state trovate differenze statistiche tra i due gruppi per quanto riguarda le concentrazioni di sodio nella materia grigia e bianca, nel tronco encefalico e nel cervelletto, mentre differenze significative riguardavano il liquido cerebrospinale.
In prospettiva
“Questi risultati potrebbero facilitare una diagnosi difficile di emicrania”, spiega Meyer. Una speranza, che dovrà essere confermata da studi più ampi, offerta alle tante persone che soffrono di questo disturbo a volte davvero molto debilitante: circa il 18% delle donne e il 6% degli uomini.
La diagnosi è impegnativa, poiché le caratteristiche delle emicranie e dei tipi di attacco variano molto tra i pazienti. Di conseguenza, molte persone non ricevono diagnosi e trattamento, mentre altre vengono trattate con farmaci per l’emicrania, anche se soffrono di un diverso tipo di mal di testa.