(Reuters Health) – Le ‘visite virtuali’ fatte attraverso app per smartphone migliorano la vita del paziente senza incidere sull’aumento delle complicanze post-operatorie nelle persone che subiscono un intervento chirurgico. Lo ha evidenziato uno studio condotto da John Semple, dell’Università di Toronto, e pubblicato su JAMA Surgery.
Lo studio
I ricercatori canadesi hanno valutato se un follow-up attraverso l’app fornita da QoC Health poteva essere utilizzata per evitare visite di controllo di persona nei primi 30 giorni dopo un intervento di ricostruzione del seno. In totale, Semple e colleghi hanno preso in considerazione 65 persone, di cui 32 usavano l’app e 33 no. Rispetto al gruppo di persone che si facevano visitare di persona, i pazienti che usavano l’app avevano il 40 per cento in meno di probabilità di andare di persona dal medico nei primi 30 giorni e il 34 per cento in meno, nei primi tre mesi dopo l’intervento.
Inoltre, non c’erano differenze tra i gruppi nel numero totale di telefonate nei primi 30 giorni, mentre il gruppo che usava l’app inviava più email rispetto ai pazienti che facevano il controllo di persona. Per quel che riguarda il punteggio che valuta la soddisfazione del paziente, non c’erano differenze significative, ma il gruppo che usava la app avrebbe riportato punteggi più alti. Per quel che riguarda infine le complicanze post-operatorie, i pazienti interessati sono stati due nel gruppo che usava le app contro quattro tra quelli visitati di persona.
I commenti
“Le nuove tecnologie degli smartphone sono efficaci e accettate dai pazienti come fossero visite di persona”, afferma Semple. Tra l’altro, secondo i ricercatori canadesi sarebbero disposti a usare lo smartphone sia i pazienti più giovani che quelli più anziani. La app, secondo quanto ha riferito Semple, “riduce i ricorsi ai pronto soccorsi da parte dei pazienti e il numero di pazienti in follow-up in clinica, con una riduzione dei tempi d’attesa”. E i risparmi, che i ricercatori starebbero ora calcolando, sono anche notevoli, sia per il paziente, che non deve recarsi sempre a farsi visitare, che per il sistema sanitario. Tarik Sammour, dell’University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston, coautore di un commento sullo studio, ha dichiarato che “non siamo al punto di poter sostituire da un giorno all’altro le visite di persone con quelle virtuali, ma studi come questo sono un passo importante nella giusta direzione, in termini di miglioramento dell’efficienza del flusso di lavoro del medico”.
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)