(Reuters Health) – Il 24 giugno sono state pubblicate online dalla rivista Obesity due proposte volte a migliorare la cura degli individui obesi, una della STOP Obesity Alliance, la seconda della Obesity Medicine Education Collaborative (OMEC).
“Lo standard di cura (SOC) che pubblichiamo oggi – dice Christine Gallagher della George Washington University, Washington, DC – è il risultato di incontri tra esperti in obesità e organizzazioni che si sono riuniti proprio per determinare gli standard per l’assistenza all’obesità negli adulti”
Gli standard di cura della STOP Obesity Alliance
Il rapporto della STOP Obesity Alliance inizia con i principi basilari dell’assistenza: l’obesità deve essere trattata come una malattia cronica; la terapia deve basarsi sulle prove, essere pragmatica ed effettuabile; i pazienti devono poter accedere a cure adeguate.
Lo SOC sottolinea l’importanza della partecipazione dei pazienti al processo decisionale e delle strategie che riducono al minimo la discriminazione nei confronti degli individui obesi.
I fornitori di servizi clinici dovrebbero comprendere l’ampiezza dei fattori associati e derivanti dall’obesità e dovrebbero affrontare le opzioni di trattamento attraverso decisioni condivise con pazienti pienamente informati.
Un set di competenze per sviluppare nuove formazioni per i medici
Nel secondo rapporto, Robert F. Kushner della Northwestern University Fienberg School of Medicine, a Chicago, e i suoi colleghi dell’OMEC, hanno cercato di sviluppare competenze e benchmark focalizzati sull’obesità che possano essere utilizzati da direttori di corsi di laurea e di formazione medica.
Gli autori hanno identificato 32 competenze, ciascuna contenente cinque benchmark di misurazione descrittiva per la valutazione, e sei ambiti principali: apprendimento e miglioramento basati sulla pratica; cura del paziente e abilità procedurali; pratica basata sui sistemi; conoscenze mediche; abilità interpersonali e comunicative e professionalità.
Le competenze sono state deliberatamente sviluppate per gli studenti in molteplici fasi dell’istruzione e della formazione e in diverse discipline, perché tutti i tirocinanti potessero risultare sufficientemente qualificati per prendersi cura dei pazienti affetti da obesità.
“È essenziale formare i futuri e attuali operatori sanitari sulla malattia più impegnativa del 21 ° secolo – l’epidemia di obesità”, osserva Kushner “Speriamo che ogni programma di formazione userà il nostro set di competenze e benchmark legati all’obesità, per sviluppare curriculum rilevantie fornire opportunità di esperienze”.
“Le competenze sono state sviluppate e approvate da diverse organizzazioni e società interessate a far progredire la cura dei pazienti”, aggiunge il clinico. “Abbiamo inoltre collaborato con l’AAMC (Association of American Medical Colleges) e l’ACGME (Accreditation Council for Graduate Medical Education) che hanno contribuito a promulgare le competenze. Sarà uno sforzo a lungo termine”.
Consulenze per la gestione del peso
Judith Ockene, della University of Massachusetts Medical School, a Worcester, ha recentemente messo a punto un approccio innovativo per insegnare ad effettuare consulenze per la gestione del peso agli studenti di medicina, “L’obesità è una malattia cronica grave con una prevalenza che ha ha raggiunto proporzioni epidemiche che contribuiscono all’onere globale delle malattie croniche – conclude Ockene – Tuttavia solo una piccola percentuale di pazienti riceve una consulenza sulla gestione del peso, nonostante il fatto che il supporto dei medici rappresenti una risorsa utile per i pazienti con questi problemi”. Una tale assenza di trattamento, secondo Ockene, “è dovuta al fatto che la maggior parte dei medici non riceve un’istruzione o una formazione adeguata sulla gestione del peso, non si sente dunque competente nel fornire un trattamento”.
Fonte: Obesity 2019
Will Boggs
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)