Sono nati i primi cani in provetta. È una cucciolata di sette fra beagle e cocker spaniel, partoriti da un’unica mamma e con più genitori genetici. Il risultato, pubblicato sulla rivista Plos One e ottenuto nella Cornell University, è inseguito da almeno 40 anni perché le ricadute sono importanti: da un lato aprono la possibilità di tutelare il patrimonio genetico dei canidi minacciati di estinzione, ad esempio alcune specie di lupi; dall’altro forniscono nuove armi per combattere le malattie genetiche anche nell’uomo, che con il cane ne ha ben 350 in comune. I sette cuccioli, nati da 19 embrioni impiantati, sono tutti in buona salute. Due dei cuccioli nati hanno una mamma beagle e un padre cocker spaniel, mentre gli altri cinque hanno entrambi i genitori beagle. Sono il risultato delle ricerche condotte nell’Istituto Baker per la salute animale della Cornell University perfezionando la tecnica della fecondazione artificiale, combinata con la tecnica di riscrittura del Dna che funziona come una ‘forbice’ molecolare. Quest’ultima tecnica, chiamata Crispr (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats),che sta sollevando un forte dibattito internazionale per i benefici che offre, ma anche per i problemi etici che pone, visto che permette di per rimuovere le sequenze di informazione genetica già nell’embrione. La combinazione delle due tecniche è stata un successo per il gruppo della Cornell guidato da Jennifer Nagashima. Da 40 anni si tentava senza successo la fecondazione artificiale nei cani. Adesso la tecnologia è stata perfezionata, tanto che il direttore del laboratorio, Alex Travis, rileva che diventa possibile ”congelare gli spermatozoi e conservarli in banche per utilizzarli nella fecondazione artificiale”. Grazie a questa tecnica, ha aggiunto, ”siamo in grado di conservare il patrimonio genetico di specie minacciate”. La prospettiva futura è ancora più ambiziosa e consiste nell’utilizzare la tecnica del taglia-incolla del Dna per studiarle con più accuratezza le malattie genetiche e per eliminarle. Per esempio si potrebbe ‘cancellare’ il gene responsabile del linfoma dai Golden retriever, o quello che predispone i Dalmata ai calcoli renali. È una via interessante anche per l’uomo, considerando che con il cane condivide ben 350 malattie ereditarie: circa il doppio rispetto a quelle che ha in comune con altre specie
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