Disturbo bipolare: efficace la psicoterapia abbinata alla terapia farmacologica

(Reuters Health) – Una revisione sistematica e metanalisi degli studi indica che le persone con disturbo bipolare possono giovarsi di alcune forme di psicoterapia, in particolare di interventi basati sulle capacità, in associazione alla terapia farmacologica.

I ricercatori – guidati da David Miklowitz, professore di psichiatria e scienze biocomportamentali presso la David Geffen School of Medicine dell’Università della California di Los Angeles – hanno esaminato i dati relativi a 39 studi clinici randomizzati, per un totale di 3.863 partecipanti con disturbo bipolare che hanno ricevuto farmacoterapia insieme al trattamento abituale o in combinazione con interventi come terapia comportamentale, terapia familiare o di coppia, terapia interpersonale o terapia psicoeducativa.

L’endpoint primario era la ricorrenza della patologia, mentre gli endpoint secondari includevano sintomi depressivi e maniacali a 12 mesi.

In 20 studi costituiti da due gruppi, le persone che avevano ricevuto trattamenti psicoterapici mostravano meno probabilità di presentare una ricaduta (odds ratio 0,56) rispetto ai controlli che non si erano sottoposti a psicoterapia.

Inoltre, i pazienti che hanno ricevuto psicoeducazione con pratica guidata per la gestione della malattia in gruppo o in famiglia presentavano minori tassi di ricorrenza (OR 0,12) rispetto a quelli sottoposti a psicoeducazione individuale.

I soggetti avevano anche meno probabilità di abbandonare gli studi quando ricevevano psicoeducazione familiare o di gruppo (OR 0,46) o una breve psicoeducazione (OR 0,44) rispetto a quella standard.

“I pazienti bipolari beneficiano di strategie di apprendimento per la gestione degli episodi depressivi o maniacali, caratterizzati da cambiamenti nell’umore, nel pensiero, nel sonno e nel comportamento. Devono essere in grado di riconoscere quando iniziano a sviluppare i primi segnali di allarme di nuovi episodi di disturbo dell’umore”, osserva David Miklowitz.

Questi pazienti traggono notevole beneficio quando anche le famiglie o gli amici stretti imparano a riconoscere i primi segnali di allarme di una ricaduta.

Lo studio ha anche riscontrato che rispetto al solo trattamento standard, la terapia cognitivo comportamentale (differenza media standard -0,32), la terapia interpersonale (SMD -0,46) e la terapia familiare o di gruppo (SMD -0,46) si associavano alla stabilizzazione dei sintomi, quando associate alla terapia farmacologica.

Fonte: JAMA Psychiatry
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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