Presto sarà possibile distinguere il Morbo di Alzheimer dalla demenz frontotemporale grazie alle scansioni cerebrali. Individuato presso l’Università di Leiden, in Belgio, questo è il primo passo verso un riconoscimento precoce nei pazienti di patologie diverse ma accomunate da un generale danneggiamento delle funzioni cognitive e, per questo, difficili da distinguere.
Nella demenza frontotemporale l’atrofia cerebrale coinvolge i lobi frontale e temporale del cervello, provocando tra l’altro, una generale apatia, tendenza all’irritabilità e difficoltà di comprensione o di espressione nel linguaggio.
Nel morbo di Alzheimer, invece, la formazione di placche di proteina beta-amiloide che distruggono i neuroni, provocano i particolare disturbi delle memoria recente, difficoltà di orientamento nello spazio e nel tempo e problemi di concentrazione.
Lo studio
La neuroscienziata Anne Hafkemeijer, in collaborazione con il Leiden University Medical Center, il Vrije Universiteit Amsterdam Medical Center e l’Erasmus Medical Center di Rotterdam, ha usato la risonanza magnetica per rilevare i cambiamenti che avvengono nelle reti cerebrali, studiandone nel dettaglio sia la struttura che la funzione.
“Ogni forma specifica di demenza ha un suo decorso e dei sintomi”, ma “c’è molta sovrapposizione” e “soprattutto nelle fasi iniziali della malattia è difficile distinguerle. Ecco perché non si riesce a effettuare una diagnosi precoce”, spiega la Hafkemeijer. Le nuove tecniche di scansione sono invece in grado di farla e verranno applicate in ambito clinico presso il Leiden University Medical Center, così da aiutare i medici a realizzare un piano di trattamento adeguato e una corretta prognosi.