Che fatica scegliere un nome. Lo è da piccoli quando non sappiamo come “battezzare” il nostro orsacchiotto figuriamoci da grandi quando dobbiamo dare un nome a nostro figlio. Il nome è importante, è identitario e, a detta di un nuovo studio segnalato dal quotidiano The Indipendent, può determinare anche il nostro successo lavorativo e sociale.
Lo studio
Secondo una ricerca della New York University, chi ha un nome facile da pronunciare raggiunge migliori posizioni al lavoro. Non solo, chi ha un nome comune ha più probabilità di essere assunto, mentre le persone con un nome raro hanno meno
possibilità, secondo uno studio della Marquette University.
Anche le iniziali del nome avrebbero un impatto. Chi ha cognomi che iniziano con le prime lettere dell’alfabeto e non con le ultime sembra infatti avere migliori risultati negli studi, sottolinea un’analisi sull’Economics of Education Review, mentre quelli con cognomi che iniziano con le ultime lettere sembrano essere più propensi agli acquisti compulsivi, forse perché stando sempre alla fine dell’elenco non vogliono perdere tempo e occasioni. Se il cognome poi suona ‘nobile’ e da alta società, si ha più probabilità di lavorare come manager che come impiegato.
In uno studio tedesco pubblicato sulla rivista Psychological science, si è visto che chi aveva cognomi con la parola Kaiser (imperatore) o Konig (re) era più spesso in posizioni manageriali rispetto a chi si chiamava Koch (cuoco) o Bauer (agricoltore). Inoltre, secondo un’analisi fatta dal social Linkedin, gli amministratori delegati maschi hanno molte volte un nome breve, come Bob, Jack o Bruce, forse perché danno un senso di apertura e cordialità.
Il nome influenza anche la scelta del partner. Secondo una ricerca della Columbia University, si tende a sposare chi ha un nome che suona simile al nostro. E, secondo uno studio della Wisconsin School of Business, se abbiamo le stesse iniziali dei nostri colleghi, siamo portati a lavorare più in sintonia e ad avere migliori risultati,