(Reuters Health) – Per prevenire l’ipoglicemia associata ad attività fisica tra chi soffre di diabete di tipo 1, basterebbe una somministrazione sottocutanea di una mini dose di glucagone. È il risultato di un piccolo studio pubblicato su Diabetes Care e condotto da un gruppo di ricerca guidato da Stephanie DuBose, del Jaeb Center for Health Research di Tampa, in Florida.
La premessa
L’attività fisica è indicata nelle persone che soffrono di diabete di tipo 1, ma potrebbe provocare ipoglicemia. L’esercizio, infatti, determinerebbe un calo della secrezione di insulina e un aumento della secrezione di glucagone, nelle persone sane, ma in quelle con diabete di tipo 1 l’insulina non diminuirebbe, anzi potrebbe aumentare, mentre i livelli di glucagone resterebbero stabili.
Lo studio
DuBose e colleghi hanno confrontato la risposta glicemica a 45 minuti di esercizio in quattro situazioni: senza intervento, con riduzione del 50% dell’insulina basale, somministrando compresse di glucosio o iniettando 150 mcg di glucagone sottocute, su 15 adulti. Dai risultati sarebbe emerso che il glucosio plasmatico era leggermente aumentato quando i partecipanti allo studio usavano la mini-dose di glucagone, mentre era diminuito nel gruppo di controllo e in quello che si sottoponeva a riduzione dell’insulina ed era aumentato troppo tra chi aveva assunto le compresse di glucosio. I livelli di insulina, invece, sarebbero stati uguali, in tutte le situazioni studiate. In particolare, sei partecipanti allo studio hanno sviluppato ipoglicemia nelle condizioni di controllo e cinque lo hanno fatto con riduzione di insulina, ma non vi sono stati episodi di ipoglicemia con mini-dose di glucagone o con compresse di glucosio. L’iperglicemia, infine, avrebbe interessato cinque soggetti trattati con compresse di glucosio e uno trattato con la mini-dose di glucagone. “La mini-dose di glucagone potrebbe essere più efficace rispetto alla riduzione dell’insulina basale nel prevenire l’ipoglicemia indotta da esercizio fisico”, hanno concluso DuBose e colleghi.
Fonte: Diabetes Care
di Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)