(Reuters Health) – Il rischio cardiovascolare, da solo e insieme al carico di beta-amiloide, è associato a declino cognitivo negli anziani clinicamente normali. È il risultato della studio Harvard Aging Brain Study (HABS), coordinato da Jasmeer Chhatwal e Jennifers Rabin, del Massachusetts General Hospital di Boston, e pubblicato da JAMA Neurology. I ricercatori americani hanno usato i dati di 223 partecipanti per esaminare se il rischio cardiovascolare, misurato dal punteggio di rischio Framingham Heart Study general cardiovascular disease (FHS-CVD), era associato a declino cognitivo in anziani clinicamente normali, sia in forma additiva che sinergica con il carico di beta-amiloide.
Lo studio
I partecipanti allo studio sono stati divisi in gruppi a basso e alto rischio. Dai risultati è emerso che un punteggio più alto di FHS-CVD si associa ignificativamente a iperintensità della sostanza bianca (WMH) e un minore uptake di FDG-PET, ma non con il carico di beta-amiloide o con volume dell’ippocampo. Il punteggio di rischio FHS-CVD è stato marginalmente associato alla cognizione iniziale, mentre il carico di beta-amiloide non lo era e non vi era alcuna interazione tra FHS-CVD e il carico di beta-amiloide con la cognizione valutata all’inizio. Al contrario, sia un più alto punteggio di FHS-CVD , sia un più alto carico di beta-amiloide sono associati a un declino cognitivo più rapido. E un elevato punteggio di rischio FHS-CVD combinato con un più alto carico di beta-amiloide aumenta la probabilità di declino cognitivo oltre gli effetti evidenziati per ciascuno dei due parametri preso singolarmente.
I commenti
Chharwal e Rabin si sono dette particolarmente sorprese dal fatto che “il rischio vascolare resta fortemente associato al declino cognitivo, anche dopo aver preso in considerazione comuni biomarker come la beta-amiloide, il volume dell’ippocampo, il metabolismo del glucosio misurato dalla FDG-PET e la WMH”.Questo studio suggerisce che il calcolo del rischio vascolare può andare a integrare i biomarker esistenti per identificare gli individui a maggior rischio di declino cognitivo. Si tratta di unascoperta è importante perché suggerisce che un elevato rischio vascolare può accelerare il declino cognitivo nelle prime fasi della malattia di Alzheimer. La buona notizia è che la maggior parte dei fattori di rischio cardiovascolare sono modificabili”.
Fonte: JAMA Neurology
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)