Alcune forme di tachicardia possono avere una predisposizione ereditaria, le cui cause erano fino ad oggi in larga parte sconosciute. La scoperta è frutto di uno studio di Dario Di Francesco all’Università Statale di Milano, pubblicata sulla rivista European Heart Journal. Le tachicardie sono aritmie cardiache caratterizzate da battito fortemente accelerato (>95-100 battiti al minuto a riposo) e da improvvise ingiustificate accelerazioni del ritmo sproporzionate rispetto al reale bisogno dell’organismo.
Lo studio
Studiando i componenti di una famiglia italiana affetta da “Tachicardia Sinusale Inappropriata” (TSI), i ricercatori del PaceLab del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, sono riusciti a correlare questa patologia ad una mutazione di HCN4, le strutture molecolari che formano i canali ionici “pacemaker”, di cui erano portatori tutti i soggetti esaminati. Il risultato raggiunto da questo studio spiega anche alcune caratteristiche della Tachicardia Sinusale Inappropriata, prima d’ora rimaste inspiegabili, come per esempio la dipendenza dal sistema nervoso autonomo: molti pazienti TSI soffrono infatti di improvvisi e ingiustificati aumenti della frequenza che vengono interpretati come una accentuata sensibilità allo stimolo simpatico adrenergico. Inoltre, il risultato dello studio spiega come mai la sindrome TSI venga curata eccellentemente dall’ivabradina, un farmaco molto noto che blocca specificamente il canale “funny” e che viene oggi usato nella terapia della cardiomiopatia ischemica, delle coronaropatie e dell’insufficienza cardiaca grazie alla sua capacità di rallentare il ritmo cardiaco