(Reuters Health) – Secondo i risultati dello studio BRAVO-3 MRI, pubblicato dal Journal of American College of Cardiology, in quasi due terzi degli interventi di sostituzione valvolare aortica transcatetere (TAVR) si verifica un’embolizzazione cerebrale con emboli sparsi e di piccole dimensioni. Questo è quanto ha evidenziato il team diretto da George D. Dangas della Mount Sinai Icahn School of Medicine di New York City.
Lo studio
I ricercatori hanno voluto analizzare i nuovi eventi di embolizzazione cerebrale dopo una procedura TVAR, partendo dall’ipotesi che precedenti studi basati sulla risonanza magnetica avevano già trovato la formazione di nuovi emboli cerebrali nella maggior parte dei pazienti, entro pochi giorni dopo la TAVR. Così Dangas e colleghi hanno esaminato con la risonanza magnetica un sottogruppo di pazienti che presentavano almeno una nuova embolia cerebrale dopo TAVR. Si è così evidenziato che 69 pazienti, il 61,7% di quelli osservati, ha avuto almeno una nuova embolia cerebrale post-procedurale dimostrata con la risonanza magnetica (65,5% dei pazienti assegnati al gruppo trattato con bivalirudina e il 58,1% dei pazienti assegnati all’eparina). Inoltre, una percentuale di pazienti compresa tra il 10,3% e il 12,9% ha mostrato un embolo di grosse dimensioni che si evidenziava in particolare in tutti i pazienti (n=6) che presentavano un ictus clinicamente manifesto.
Un passo avanti
Gli autori concludono rimarcando che, grazie ai nuovi progressi nelle tecniche e negli strumenti utilizzati il loro studio ha dimostrato un certo avanzamento positivo rispetto a quanto ottenuto in studi precedenti che attribuivano alla TVAR circa il 90% delle nuove embolizzazioni cerebrali. In ogni caso, questo studio suggerisce la necessità di perfezionare ulteriormente le metodiche chirurgiche endovascolari e non di evitare le procedure TVAR, come sottolineano gli autori in conclusione.
Fonte: J Am Coll Cardiol 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)